Una nave ospedale civile, a Palermo il Poly-clinic techno boat
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Una nave ospedale civile, a Palermo il Poly-clinic techno boat

Un concept d’avanguardia che fonde tecnologia, sanità e industria navale: è questa la visione di Poly-clinic techno boat (Pctb), un modello di nave poliambulatorio pensato per soddisfare i bisogni di salute globali, con particolare attenzione al bacino mediterraneo e alla fascia costiera circum-africana.

Pensata e attrezzata per la massima efficacia in scenari operativi epidemici, pandemici ed emergenziali, è tuttavia fruibile allo stesso modo anche per il supporto umanitario, educativo e formativo in senso lato. “Sono sempre molto propensa sia ai privati che ai professionisti che hanno un’innovazione e soprattutto hanno uno spirito imprenditoriale che può essere utile al pubblico – ha spiegato all’ITALPRESS la presidente dell’intergruppo parlamentare “Riprogettiamo l’Italia”, Erica Mazzetti -. Il partenariato pubblico-privato anche in questo settore sanitario è fondamentale. L’idea che ha avuto l’imprenditore è geniale, perché oggi la sanità è in forte crisi, non solo in Italia, ma già siamo molto all’avanguardia, siamo un paese eccellente nella sanità, lo sappiamo tutti, ma c’è una carenza di medici e di strutture importanti, per cui qui dobbiamo lavorare molto sul partenariato pubblico e privato”.

“L’idea di questa nave è fondamentale sia per questi posti più avanzati, ma soprattutto per le persone più in crisi. Abbiamo paesi dell’Africa o isole lontane che non hanno strutture mediche ed avere una nave che va sul posto ed è in grado di curare le persone è un evento eccezionale. Tra l’altro, oltre a questo, potrà essere fatto anche del turismo sanitario, che è un’altra eccellenza nazionale che va incentivata, per cui questo potrà essere un progetto fatto tutto in Italia, e nello specifico in Sicilia, che oltre a dare posti di lavoro per chi dovrà costruirlo, crea anche una governance diversa della sanità, anche per quanto riguarda poi gli operatori che dovranno stare sulle navi. Può essere un incentivo importante anche per i giovani medici che vogliono fare esperienza”.

L’innovativo progetto è stato presentato nel corso dell’evento “Navigare la sanità” che si è svolto a Villa Magnisi sede dell’Ordine dei Medici di Palermo. “Noi siamo coinvolti come ente formatore, perché la formazione che riguarda l’assistenza sanitaria in mare ha una sua specificità – ha sottolineato Toti Amato, presidente Omceo Palermo -. Personalmente, devo dire, essendo stato pure ufficiale medico imbarcato, conosco un po’ parte dell’argomento, però la presenza dell’ammiraglio ispettore di sanità della Marina e anche altri componenti della marina militare fanno capire che oggi l’assistenza in mare, in particolar modo nei momenti delle grandi emergenze e ancora di più come sostegno a quelle che sono le popolazioni fragili delle zone costiere, ha una sua specificità e quindi serve formazione”.

A capo di tutto il progetto vi è l’architetto Claudio Paccanaro, presidente Medical Tourism Association: “Questo progetto nasce durante il periodo del Covid. Ci siamo messi insieme degli specialisti dell’Officina Navale di Palermo e degli ingegneri della Sanità Esperti ed abbiamo pensato di progettare la prima nave ospedale civile. Ci sono molte navi ospedaliere, ma militari. Questa nave per esempio, se ce ne fossero tre, sarebbero richieste nelle zone di guerra, poi sono richieste nel momento delle calamità naturali, delle epidemie, ma comunque può essere un grande veicolo per gestire tutte quante la sanità ed esportare la sanità italiana nel mondo. La nave potrebbe girare attraverso le coste dell’Africa e in ogni posto depositare un mini ospedale che in tre mesi verrebbe allestito, che è un pronto soccorso di eccellenza, e poi potrebbe continuare a portare il proprio aiuto. Diciamo che è stata progettata anche per risalire il Volga, per risalire il Fiume Giallo, quindi potrebbe andare nei posti più dispersi, dove non ci sono strade, dove si arriva attraverso per le via d’acqua”.

-Foto xd6/Italpress-

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