
ULTIM’ORA INPS, “se non lavori ti regaliamo 10 anni di contributi” | Chi te lo fa fare di lavorare ancora allora
Inps – fonte Instagram – sicilianews24.it
Con questo metodo si possono ottenere benefici sostanziali.
I contributi INPS sono versamenti obbligatori che finanziano il sistema previdenziale italiano. Sono pagati da lavoratori e datori di lavoro per garantire il diritto alla pensione, alla malattia, alla maternità e ad altre prestazioni assistenziali. La gestione è affidata all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), che registra i contributi e calcola le prestazioni spettanti.
I contributi sono dovuti da tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi. Per i dipendenti, il datore di lavoro trattiene una quota dalla busta paga e versa l’intero importo all’INPS. I lavoratori autonomi, invece, devono provvedere autonomamente al pagamento, in base ai redditi dichiarati. Esistono aliquote specifiche per artigiani, commercianti e professionisti iscritti alla gestione separata.
L’importo dei contributi dipende dal reddito e dalla categoria lavorativa. Per i dipendenti, si applica una percentuale sulla retribuzione lorda, mentre per gli autonomi varia in base al reddito annuo. Anche chi ha contratti atipici, come i collaboratori, deve versare contributi alla gestione separata.
I contributi versati determinano il diritto alla pensione e ad altre tutele come la disoccupazione e la cassa integrazione. È fondamentale versarli regolarmente per accumulare anni di contribuzione e garantire l’accesso alle prestazioni previdenziali in futuro.
Riscatto della laurea: un’opportunità vantaggiosa
L’INPS offre la possibilità di riscattare gli anni di università ai fini pensionistici, trasformandoli in contributi validi per il calcolo della pensione. Questo meccanismo permette a chi ha conseguito un titolo accademico di anticipare la pensione o aumentare l’importo dell’assegno previdenziale. Il riscatto può essere agevolato, con costi ridotti rispetto al passato, o ordinario, con un calcolo basato sulla retribuzione.
Negli ultimi anni, il governo ha introdotto misure per facilitare l’accesso al riscatto agevolato, consentendo di versare un importo fisso per ogni anno di studio. In alcuni casi, chi non ha mai lavorato può riscattare fino a 10 anni di contributi senza un reddito pregresso, avvicinandosi così più rapidamente alla pensione.
Laurea – fonte pexels – sicilianews24.it
Conviene ancora lavorare?
Questa possibilità ha sollevato dubbi e polemiche: perché lavorare quando si possono accumulare contributi senza un impiego? In realtà, il riscatto della laurea non è un regalo, ma un investimento che richiede il pagamento di somme spesso elevate. Tuttavia, per chi può permetterselo, resta un’opzione interessante per accorciare i tempi della pensione.
L’INPS sottolinea che il riscatto è utile soprattutto per chi ha carriere discontinue o vuole migliorare la propria posizione previdenziale. In un contesto di cambiamenti continui nel sistema pensionistico, questa misura rappresenta un’opportunità da valutare con attenzione.
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