TRUFFA della Tari, pensi di pagare una tassa ma ne paghi 5: neanche con la lente di ingrandimento riesci a leggere cosa paghi davvero
Tasse – fonte pexels – sicilianews24.it
Le definiscono “tasse occulte”, che puntualmente troviamo sulle bollette.
Nel sistema fiscale italiano, oltre a imposte note come IRPEF, IVA e IMU, esistono numerosi tributi meno conosciuti, spesso inclusi nelle bollette o nei costi di beni e servizi.
Queste imposte, definite “tasse occulte”, gravano su settori fondamentali come energia, assicurazioni e trasporti, generando un gettito complessivo di circa 4,9 miliardi di euro all’anno.
Tra queste, l’Arisgam (Addizionale Regionale sul consumo del gas metano) è un’imposta istituita nel 1990, che le Regioni possono modulare tra un minimo di 5,50 euro e un massimo di 30,98 euro ogni mille metri cubi di gas consumato.
Questo tributo, che incide direttamente sui costi per famiglie e imprese, porta nelle casse regionali circa 470 milioni di euro l’anno. Un altro tributo poco noto è l’IRBA (Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione), introdotta sempre nel 1990 e applicata solo in sette Regioni italiane, con un’incidenza di 2,58 centesimi ogni litro di benzina.
Imposte sui veicoli: costi aggiuntivi per gli automobilisti
L’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) è un altro esempio di tassa poco visibile ma con un forte impatto economico. Applicata sulle formalità di trascrizione dei veicoli presso il Pubblico Registro Automobilistico (PRA), questa imposta varia in base alla potenza del veicolo e può essere aumentata fino al 30% dalle Province. Attualmente, ben 89 Province italiane applicano la massima maggiorazione, con introiti annuali che ammontano a circa 1,7 miliardi di euro.
Un’altra imposta poco conosciuta è l’Imposta sulle assicurazioni RCA, introdotta nel 1999 e oggi gestita dalle Province. Questa tassa si applica alle polizze assicurative per i veicoli a motore con un’aliquota base del 12,50%, ma che può essere aumentata fino al 16%. La quasi totalità delle Province applica l’aliquota massima, generando un gettito complessivo di circa 2,2 miliardi di euro all’anno.
Tassa – fonte pexels – sicilianews24.it
Tasse sui rifiuti e imposte ambientali
Un ulteriore tributo occulto è il TEFA (Tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente), che si applica direttamente sulle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Introdotto nel 1992, abrogato nel 2006 e poi ripristinato con il federalismo fiscale, questo tributo è determinato sulla base della superficie degli immobili e viene fissato annualmente dalle Province.
Attualmente, la maggioranza delle Province italiane applica il TEFA con l’aliquota massima del 5%, generando entrate per circa 414 milioni di euro all’anno. Questo tributo, pur essendo legato alla gestione ambientale, rappresenta un ulteriore aggravio per i cittadini, sommando costi aggiuntivi alle già elevate tariffe per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
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