TASSA abolita, questa non si paga più: chi lo sa sta già aprendo la bottiglia di spumante | Con i soldi risparmiati si compra una casa
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TASSA abolita, questa non si paga più: chi lo sa sta già aprendo la bottiglia di spumante | Con i soldi risparmiati si compra una casa

Festa – fonte pexels – sicilianews24.it

La tassa è saltata: ritirato l’emendamento.

Niente “tassa sul rame”. È stato ritirato dalla manovra ancora in via di definizione il discusso emendamento 76.07, proposto dal deputato Fabio Carmine Raimondo (Fratelli d’Italia), che prevedeva l’introduzione di una tassa del 10% per chi non disponesse ancora di una connettività in fibra ottica ma bensì di una linea più lenta, che fosse Adsl, cioè con linea in rame, o di fibra FTTC (misto rame).

Alla fine dunque è prevalsa anche nella maggioranza, da cui l’emendamento proveniva, l’idea di cercare altrove i fondi per sostenere i costi della migrazione verso le reti a banda ultralarga: i proventi della “tassa sul rame” sarebbero infatti andati, secondo l’emendamento ora caduto, proprio a sostenere la transizione dalle reti in rame a quelle in fibra ottica. Tuttavia, nella pieghe della manovra restano alcune misure fortemente criticate dall’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) considera ad personam.

“Siamo lieti che gli attori istituzionali, compreso l’onorevole proponente, abbiano condiviso l’importanza di tutelare i consumatori e di non scaricare ulteriori costi sulle connessioni Internet – dichiara il Presidente AIIP Giovanni Zorzoni – . Sarebbe stato imperdonabile gravare proprio sui cittadini ancora collegati con le vecchie linee telefoniche in rame”.

L’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) esprime forte preoccupazione per alcune disposizioni contenute nell’Articolo 76 della Legge di Bilancio. Secondo AIIP, lo Stato interverrebbe ancora una volta a favore di imprese specifiche, in particolare Fibercop e Open Fiber, vincitrici dei Bandi Italia a 1 Giga e dei Bandi BUL. L’associazione denuncia il rischio di un utilizzo distorto dei fondi pubblici, con ripercussioni negative sul mercato e sulla concorrenza.

AIIP critica le misure dell’Articolo 76

AIIP evidenzia come il legislatore abbia destinato ben 610 milioni di euro per coprire presunti extra-costi sostenuti dal concessionario dei Bandi BUL. L’associazione sottolinea che questi bandi furono aggiudicati con offerte molto ribassate da Open Fiber, una scelta consapevole dell’azienda che ora si traduce in un aggravio per i contribuenti. I ritardi accumulati nel completamento delle opere e il nuovo esborso statale confermerebbero, secondo AIIP, la fragilità delle condizioni economiche proposte inizialmente, mettendo in discussione la sostenibilità dei progetti finanziati.

AIIP critica anche le misure previste per i vincitori dei bandi Italia a 1 Giga, che consentirebbero di ridurre unilateralmente gli obiettivi iniziali. In particolare, si prevede il pagamento anticipato al raggiungimento dell’80% dei civici “abilitati” anziché “collaudati”, un cambiamento che, secondo l’associazione, rischia di incentivare ritardi e mancata conformità nelle opere. Questa modifica dei bandi a gara conclusa rappresenterebbe, a detta di AIIP, un pericoloso precedente che potrebbe alterare le dinamiche concorrenziali.

Tassa – fonte pexels – sicilianews24.it

Rischi di distorsione del mercato e impatto sui cittadini

L’associazione denuncia infine una politica che favorisce i grandi operatori, considerati “too big to fail”, mentre misure più inclusive e utili ai cittadini, come i Voucher Connettività, restano bloccate. Secondo AIIP, questi voucher si erano già dimostrati efficaci nel promuovere la domanda e stimolare lo sviluppo di nuove reti ottiche in aree prima disservite.

L’intervento dello Stato, invece, sembra concentrarsi sulla copertura delle perdite dei grandi gruppi, penalizzando la concorrenza e i benefici diretti per gli utenti.

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