Stipendi, 1000 euro in meno da gennaio: se lavori qui puoi solo licenziarti se non ti sta bene | La legge non è modificabile
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Stipendi, 1000 euro in meno da gennaio: se lavori qui puoi solo licenziarti se non ti sta bene | La legge non è modificabile

Euro – fonte pexels – sicilianews24.it

Secondo il sindacato questo taglio sarà una truffa ai danni dei lavoratori.

Il Bonus Meloni, introdotto per aumentare il netto in busta paga dei lavoratori, è destinato a scomparire con la Manovra di Bilancio 2025. Secondo il sindacato USB, questa decisione rappresenta una vera e propria “truffa” ai danni dei lavoratori, poiché coincide con l’eliminazione del taglio al cuneo fiscale. Le conseguenze, secondo le prime analisi, si tradurranno in un aggravio economico per numerosi contribuenti.

Il sindacato di base denuncia che la pressione fiscale aumenterà del 56%, colpendo soprattutto le fasce di reddito intermedie. Un’analisi dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio conferma che i redditi compresi tra 32.000 e 40.000 euro saranno tra i più penalizzati. Questo segmento di contribuenti rischia di vedere diminuire sensibilmente il proprio potere d’acquisto.

Una delle principali novità introdotte riguarda il metodo di calcolo del cuneo fiscale, che passerà dall’imponibile previdenziale a quello fiscale. Questo cambiamento complica il sistema, rendendo il calcolo meno uniforme rispetto al passato, quando era basato su un’imponibile previdenziale applicabile indistintamente a tutti i lavoratori.

L’imponibile previdenziale rappresenta lo stipendio al lordo dei contributi. Fino ad oggi, il taglio del cuneo fiscale veniva calcolato proprio su questa base, rendendo il processo relativamente semplice. Con la nuova normativa, invece, si terrà conto dell’imponibile fiscale, che introduce una variabilità significativa tra lavoratori pubblici e privati.

Ritenute previdenziali nei settori pubblico e privato

Nei settori pubblici, i contributi a carico del dipendente sono più elevati rispetto ai privati. Essi comprendono l’8,80% per il fondo pensione, il 2% per il TFS/TFR e lo 0,35% per il fondo credito, per un totale dell’11,15%. Nel privato, invece, l’aliquota per il fondo pensione è pari al 9,19%, rendendo la somma complessiva inferiore.

Questa differenza significa che, a parità di imponibile previdenziale, l’imponibile fiscale sarà diverso per dipendenti pubblici e privati. Di conseguenza, i lavoratori pubblici potrebbero subire una maggiore riduzione del netto in busta paga rispetto ai loro colleghi del settore privato.

Soldi – fonte pexels – sicilianews24.it

Un impatto significativo sui redditi medi

Le fasce di reddito medie, già colpite dalla precedente riforma fiscale, rischiano di essere ulteriormente svantaggiate. La combinazione tra aumento della pressione fiscale e cambiamento del calcolo del cuneo fiscale potrebbe portare a una riduzione effettiva dello stipendio netto per milioni di lavoratori.

La cancellazione del Bonus Meloni e il nuovo metodo di calcolo del cuneo fiscale sollevano dubbi sulla reale equità della Manovra 2025. Sindacati e analisti chiedono interventi correttivi per evitare che questa misura si traduca in un pesante svantaggio per i lavoratori, specialmente per quelli delle fasce di reddito intermedie.

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