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“Più viaggi faccio meno tasse pago”: ebbene sì, oggi il gioco è cambiato | Così paghi 4 spiccioli ogni anno e vai dove ti pare
Viaggiare – fonte pexels – sicilianews24.it
L’unico modo per pagare meno tasse in modo legale è spendere per ridurre la pressione fiscale.
Ogni contribuente, sia esso lavoratore dipendente, autonomo o pensionato, è tenuto a pagare le tasse, un obbligo previsto dalla legge per sostenere i servizi pubblici e il funzionamento dello Stato. Tuttavia, la normativa fiscale offre diverse possibilità per ridurre il carico fiscale in modo del tutto legale, senza incorrere in evasione o elusione fiscale.
Molte partite IVA, soprattutto in regime ordinario, non sfruttano a pieno tutte le possibilità di deduzione e detrazione delle spese inerenti alla propria attività. Questo significa che, spesso, si pagano più tasse del necessario. Ridurre l’imponibile fiscale attraverso costi deducibili è una strategia lecita e consigliata per abbassare l’importo finale delle imposte da versare. Uno degli aspetti spesso sottovalutati riguarda le spese di viaggio. I liberi professionisti e i lavoratori autonomi possono dedurre dal reddito imponibile le spese di trasferta sostenute per lavoro, a patto che siano documentate correttamente. Rientrano tra queste i biglietti del treno e degli aerei, i pernottamenti in hotel e i pasti consumati durante le trasferte.
Affinché tali costi siano deducibili, è necessario che siano effettivamente sostenuti per ragioni lavorative e documentati con fattura o documento commerciale, che riporti la partita IVA del professionista. Se la spesa è direttamente connessa allo svolgimento dell’attività, può essere dedotta al 100%. Se invece riguarda spese di rappresentanza, come pranzi con clienti, la deduzione è limitata al 75%. L’utilizzo dell’auto per motivi di lavoro è un’altra voce di spesa deducibile, seppur con limitazioni. Per i liberi professionisti, la deducibilità è pari al 20% del costo del veicolo, fino a un massimo di 18.076 euro, con IVA detraibile al 40%. Gli agenti di commercio, invece, godono di una deducibilità maggiore, pari all’80% del costo dell’auto e delle relative spese di gestione, con IVA detraibile al 100%.
Anche i costi di manutenzione, riparazione e carburante seguono le stesse percentuali di deducibilità. Per i professionisti sono deducibili al 20%, mentre per gli agenti di commercio l’aliquota sale all’80%. È quindi fondamentale documentare ogni rifornimento o riparazione con fattura per poter usufruire delle detrazioni fiscali.
Altre spese deducibili: omaggi, telefonia e immobili
Le spese di rappresentanza, come regali a clienti, possono essere dedotte fino al 100% se il valore unitario non supera i 50 euro. Se il valore è superiore, la deducibilità è limitata e l’IVA diventa indetraibile. Questo incentivo è pensato per sostenere le relazioni professionali senza impattare eccessivamente sul reddito imponibile.
Un’altra voce importante riguarda gli immobili a uso promiscuo, ossia quando una parte della propria abitazione viene utilizzata come ufficio. In questo caso, la deducibilità è del 50%, ma l’IVA resta indetraibile. Anche le spese telefoniche possono essere dedotte all’80%, a condizione che siano inerenti all’attività lavorativa. Se il telefono è utilizzato sia per lavoro che per uso personale, l’IVA è detraibile al 50%.
Turismo – fonte pexels – sicilianews24.it
Attenzione al regime forfettario: meno tasse, ma niente deduzioni
Le agevolazioni descritte si applicano solo ai professionisti e ai lavoratori autonomi in regime ordinario. Chi ha scelto il regime forfettario, infatti, non può dedurre le spese, poiché le tasse vengono calcolate su un reddito forfettario presunto, senza considerare i costi effettivamente sostenuti.
Questo significa che, se da un lato il regime forfettario offre un’aliquota agevolata, dall’altro non permette di abbattere l’imponibile con le spese di gestione dell’attività. Per questo motivo, la scelta del regime fiscale più vantaggioso deve essere valutata attentamente in base alla propria situazione lavorativa e ai costi sostenuti.
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