Piantedosi a Lampedusa: “No a centro di permanenza migranti”
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Piantedosi a Lampedusa: “No a centro di permanenza migranti”

“L’hotspot di Lampedusa continuerà ad esistere con la stessa vocazione attuale, ossia quella di base di transito”. Queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante la conferenza stampa che è seguita alla visita nella struttura d’accoglienza. Una dichiarazione attesa soprattutto dagli abitanti dell’isola dopo che il 7 giugno il prefetto Valerio Valenti, commissario per l’emergenza migranti, facendo il punto sulla situazione dell’hotspot affidato alla Croce rossa italiana, non aveva escluso la possibilità di creare un centro di trattenimento migranti proprio a Lampedusa.

“L’azione del dipartimento – aveva detto Valenti – adesso vorrà traguardare anche altri obiettivi. Il primo, condiviso a livello europeo, è realizzare un più rapido rimpatrio dei soggetti che non hanno titolo a rimanere sul territorio, quindi la realizzazione di centri di trattenimento. E non escludo che uno, il primo, si possa fare anche qui, sull’isola”.

“Una cosa bisogna dirla: questa (dell’immigrazione ndr) non è solo una sfida italiana, ma europea. Non siete da soli”. Lo ha sottolineato rivolgendosi ai lampedusani la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, nel corso della conferenza stampa con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Non ci sono soluzioni miracolose per risolvere il fenomeno delle migrazioni, ma stiamo costruendo qualcosa che possa consentire una gestione più ordinata del fenomeno che mette insieme aspetti umanitari ma anche di sicurezza”, ha aggiunto il capo del Viminale. “Rimaniamo convinti della necessità di combattere senza alcun condizionamento i traffici internazionali di esseri umani. Questo non si vedrà qui, o non si vedrà solo qui, – ha aggiunto il ministro Piantedosi – . Ma sarà sempre al primo posto e so che è anche un obiettivo della commissione europea e dell’Unione Europea che vuole condividere con l’Italia”.

Altri 63 migranti, fra cui 4 donne, sono sbarcati a Lampedusa dopo che il loro barchino di 7 metri è stato soccorso, in area Sar, dalla motovedetta Cp305 della Guardia costiera. Natante che anche in questo caso è stato lasciato alla deriva. I migranti, originari di Eritrea, Bangladesh, Siria, Egitto, Sudan, Nigeria e Gambia hanno dichiarato di essere partiti da Zuwara in Libia. All’hotspot di contrada Imbriacola, dove sono stati trasferiti, sono giunti poco prima che arrivassero il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, che hanno iniziato a visitare la struttura. Prima dei 63 erano stati soccorsi, durante la notte, altri 43 migranti. (ansa)
   

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