Pensione, cambiata l’età minima: non ci vai più a 67 anni ma molto prima | Finalmente la notizia che tutti aspettavano
Pensione – fonte pexels – sicilianews24.it
Nel 2025 si andrà in pensione prima: ecco tutti i requisiti, le regole e i possibili beneficiari.
Nel 2025 entreranno in vigore importanti novità per le pensioni di vecchiaia, in particolare per alcune categorie di lavoratori. Grazie alla Legge di Bilancio del governo Meloni e ai recenti decreti approvati, sarà possibile per determinati contribuenti andare in pensione a partire da 65 anni e 8 mesi, un’agevolazione significativa rispetto all’età standard di 67 anni.
La possibilità di anticipare la pensione è collegata all’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione per il biennio 2025/26 e al decreto sulla perequazione delle pensioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’adeguamento dei coefficienti riflette l’aumento della speranza di vita e, pur rendendo meno favorevoli i calcoli rispetto al biennio precedente, conferma la possibilità di accedere alla pensione anticipata per specifiche categorie.
Tra le principali novità, un ulteriore sconto sull’età pensionabile per le lavoratrici madri. Dal 2025, le donne con almeno quattro figli potranno beneficiare di uno “sconto” di 16 mesi sull’età pensionabile, rispetto ai 12 mesi concessi fino al 2024. Questo significa che potranno andare in pensione già a 65 anni e 8 mesi, a condizione che rientrino nel regime contributivo.
Per accedere alla pensione anticipata, è necessario che l’importo dell’assegno pensionistico sia pari o superiore all’assegno sociale, che nel 2025 salirà a 538,69 euro al mese. Tuttavia, con i nuovi coefficienti meno favorevoli, sarà più difficile raggiungere questo importo minimo, soprattutto per chi sceglie di ritirarsi prima.
Nuovi coefficienti: un fattore determinante
La pensione anticipata a 65 anni e 8 mesi sarà accessibile con 20 anni di contributi alle lavoratrici con almeno quattro figli. Per le madri con tre figli, l’età di uscita sarà di 66 anni, con due figli a 66 anni e 4 mesi, e con un figlio a 66 anni e 8 mesi. Per tutti gli altri lavoratori, l’età pensionabile resta fissata a 67 anni.
I coefficienti di trasformazione per il 2025 riflettono un leggero peggioramento rispetto al biennio precedente. Ad esempio, a 67 anni il coefficiente scenderà dal 5,723% al 5,608%, mentre a 66 anni passerà dal 5,531% al 5,423%. Questo riduce l’importo della pensione, penalizzando chi sceglie di anticipare l’uscita.
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Implicazioni economiche per i pensionati
L’adeguamento dei coefficienti comporta un compromesso per i pensionati: uscire prima significa accettare un assegno pensionistico inferiore. Tuttavia, per alcune categorie di lavoratori, come le madri con più figli, il vantaggio di anticipare l’uscita potrebbe compensare il sacrificio economico.
Queste novità offrono nuove opportunità di flessibilità nel sistema pensionistico italiano, pur ponendo sfide per chi intende sfruttarle. Con requisiti più stringenti e coefficienti meno favorevoli, sarà fondamentale per i lavoratori valutare attentamente la convenienza di anticipare l’uscita dal lavoro.
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