Paghiamo ancora la guerra del 1930 | Altre accise dopo la benzina: ecco da dove ce li prenderanno
Nuove accise su beni di prima necessità: ecco dove le troveremo (sicilianews24.it / depositphotos)
Notizia tremenda, nuove accise: le tasche degli italiani piangono.
Le accise sulla benzina sono delle imposte indirette che vengono applicate al momento dell’acquisto del carburante e, quindi, pesano proprio sul prezzo di benzina, diesel e gpl, mentre per il metano sono abbastanza irrilevanti. Incidono per più della metà del prezzo finale al consumatore e, in realtà, secondo il DL 504 del 26/10/1995 vengono applicate anche al consumo o alla produzione di alcol etilico, bevande alcoliche e tabacchi lavorati.
Le accise consistono in una tassa fissa che viene applicata ad ogni unità venduta. Il loro ingresso, spesso motivato come necessario per il raggiungimento di uno specifico obiettivo, poi di fatto diventa perenne poiché, una volta applicate, è difficile che vengano poi rimosse. Negli ultimi anni, a causa del loro gettito fiscale, le accise sulla benzina sono aumentate.
In Italia sono molte le accise ancora oggi applicate ai carburanti e, nello specifico, sono 19. Partendo dalla più vecchia e fermandoci ad elencare solo quelle in lire c’è quella della guerra in Etiopia 1935-1936 (importo di 1.90 lire), quella della crisi di Suez del 1956 (14 lire), quella della ricostruzione post disastro Vajont 1963 (10 lire), quella della ricostruzione post alluvione Firenze (10 lire), quella della ricostruzione post terremoto Belice 1968 (10 lire), quella della ricostruzione post terremoto Friuli 1976 (99 lire), quella della ricostruzione post terremoto Irpinia 1980 (75 lire) e quelle delle missioni ONU guerra del Libano 1982 e guerra in Bosnia 1992 (205 lire e 22 lire).
Nonostante siano così vecchie, di fatto tutte queste accise ancora oggi vengono applicate al costo dei carburanti e a queste si sommano le altre dieci che sono arrivate dal 2001 in poi, quindi con l’euro. Ecco però gli altri prodotti sui quali vengono applicate le accise.
Cos’è la Sugar Tax
Oggi parliamo della Sugar Tax, la cosiddetta tassa sugli zuccheri. Il governo, nelle ultime ore, ha presentato un emendamento per la proroga dell’entrata in vigore della Plastic Tax ma per quanto riguarda la Sugar Tax non ha detto niente, per cui si prospetta la sua entrata in vigore prevista per il 1° luglio 2024.
Introdotta dalla Legge di Bilancio 2020, dopo vari rinvii doveva entrare in vigore il 1° gennaio 2023 ma, di fatto, ad oggi non è ancora valida. Il Tar del Lazio, poi, ha presentato ricorso per incostituzionalità della norma poiché tratta diversamente le varie tipologie di bevande e, quindi, ne va a colpire solo alcuni. Secondo il Tar, questa legge violerebbe l’equità fiscale e la capacità contributiva, due principi fondamentali.
Nuove accise su beni di prima necessità: ecco dove le troveremo (sicilianews24.it / depositphotos)
Cosa prevede
Questa legge prevederebbe l’aumento di prezzo di tutti i prodotti che contengono al loro interno zuccheri ed edulcoranti con l’obiettivo di ridurne il consumo. L’imposta ammonta a 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e di 0.25 euro per kg nel caso di prodotti finalizzati alla diluzione. Andrebbe quindi a colpire i succhi di frutta, le bibite gassate e molti altri beni presenti tutti i giorni sulle tavole degli italiani.
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