
“L’1% della popolazione è malato, il TEST per sapere se si è infetti non sbaglia mai”: in molti lo stanno facendo ma nessuno lo passa
Puntura – fonte pexels – sicilianews24.it
In un paese l’1% della popolazione è affetto da una certa malattia.
I test matematici rappresentano un ottimo strumento per stimolare il cervello umano, migliorandone agilità e capacità di risoluzione dei problemi. Risolvere problemi matematici attiva aree specifiche del cervello, come la corteccia prefrontale e il lobo parietale, coinvolte nella logica, nella memoria di lavoro e nel ragionamento. Questa attività aiuta a mantenere il cervello in forma, migliorando non solo le competenze matematiche ma anche la capacità di affrontare sfide quotidiane con maggiore lucidità.
Esercizi matematici regolari possono anche contribuire a prevenire il declino cognitivo legato all’età. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che l’allenamento mentale, come quello offerto dai test matematici, stimola la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e formare nuove connessioni neurali. Questo non solo migliora la memoria e la concentrazione, ma aiuta anche a ridurre il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
I test matematici non solo affinano le competenze numeriche, ma sviluppano anche abilità trasversali utili nella vita quotidiana e lavorativa. La capacità di analizzare problemi, pensare in modo critico e prendere decisioni rapide è rafforzata da esercizi matematici, rendendo la mente più flessibile e pronta ad affrontare situazioni complesse.
I test matematici rappresentano un’attività accessibile a persone di tutte le età, combinando apprendimento e divertimento. Che si tratti di bambini in età scolare o di adulti che desiderano migliorare le proprie capacità mentali, questi esercizi offrono un modo stimolante per allenare il cervello e migliorare il benessere mentale complessivo.
“L’1% della popolazione…”
In un paese, l’1% della popolazione è affetto da una certa malattia. Il test diagnostico per rilevare questa malattia ha un’affidabilità del 99%, ovvero identifica correttamente i malati nel 99% dei casi e i sani nel 99% dei casi. Lorenzo si sottopone al test e risulta positivo. Qual è la probabilità che sia effettivamente malato?
Per rispondere, applichiamo il teorema di Bayes. Indichiamo con: • P(M): probabilità di essere malato = 0,01 • P(S): probabilità di essere sano = 0,99 • P(Pos|M): probabilità che il test sia positivo dato che si è malati = 0,99 • P(Pos|S): probabilità che il test sia positivo dato che si è sani (falso positivo) = 0,01.
Calcolatrice – fonte pexels – sicilianews24.it
I falsi positivi
La probabilità totale di un test positivo, P(Pos), è data da: P(Pos) = P(Pos|M) * P(M) + P(Pos|S) * P(S) – P(Pos) = (0,99 * 0,01) + (0,01 * 0,99) = 0,0099 + 0,0099 = 0,0198. Ora, la probabilità che Lorenzo sia effettivamente malato dato che il test è positivo, P(M|Pos), è: P(M|Pos) = [P(Pos|M) * P(M)] / P(Pos) – P(M|Pos) = (0,99 * 0,01) / 0,0198 ≈ 0,5.
Quindi, nonostante il test abbia un’alta affidabilità, se Lorenzo risulta positivo, ha circa il 50% di probabilità di essere effettivamente malato. Questo risultato evidenzia come, in presenza di una bassa prevalenza della malattia nella popolazione, anche test altamente affidabili possano portare a un numero significativo di falsi positivi. Pertanto, è fondamentale considerare sia l’affidabilità del test sia la prevalenza della malattia nella popolazione per interpretare correttamente i risultati diagnostici.
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