“Ho un balcone abusivo”: che problema c’è, sei ‘perdonato’ | Adesso va proprio così: addio sanzioni altissime per gli abusi edilizi
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“Ho un balcone abusivo”: che problema c’è, sei ‘perdonato’ | Adesso va proprio così: addio sanzioni altissime per gli abusi edilizi

Balcone – fonte pexels – sicilianews24.it

Diventa più facile sanare gli abusi edilizi con meno burocrazia.

Il Decreto Salva Casa introduce misure volte a rendere più snelle le procedure di regolarizzazione edilizia, con l’obiettivo di facilitare la compravendita degli immobili e dare maggiore certezza ai proprietari. Tra le novità principali spicca l’introduzione del silenzio-assenso: se il Comune non si pronuncia entro 45 giorni, la richiesta si considera automaticamente approvata. Questo meccanismo, affiancato all’istituzione degli sportelli unici edilizi presso i Comuni, punta a ridurre le tempistiche burocratiche.

Un’altra modifica significativa riguarda la verifica dei titoli edilizi pregressi. In precedenza, era necessario ricostruire l’intera storia urbanistica dell’immobile per avviare qualsiasi pratica. Ora, invece, basterà dimostrare la conformità dell’ultima modifica apportata, purché i titoli edilizi precedenti siano già stati esaminati e approvati dal Comune. Questo cambiamento semplifica notevolmente le procedure, eliminando passaggi considerati eccessivamente onerosi.

Il provvedimento amplia le possibilità di sanatoria anche per immobili sottoposti a vincoli paesaggistici. In passato, ottenere una regolarizzazione era estremamente difficile, soprattutto se le modifiche comportavano aumenti di volume o di superficie. Con il nuovo decreto, invece, sarà possibile sanare questi interventi attraverso un sub-procedimento di accertamento della compatibilità paesaggistica. Tale iter prevede il coinvolgimento della Regione, dell’ente delegato e della Soprintendenza, che dovranno esprimersi entro termini definiti. Anche in questo caso, il silenzio-assenso giocherà un ruolo chiave: se le autorità non risponderanno entro il limite stabilito, la domanda sarà accolta automaticamente.

Un’altra importante innovazione riguarda le varianti ante 1977. Queste potranno essere regolarizzate a patto che siano state realizzate nell’ambito di interventi autorizzati prima del 30 gennaio 1977, anche se eseguite successivamente. Diversamente dalle sanatorie tradizionali, in questi casi i Comuni non dovranno verificare la conformità dell’intervento alle attuali normative urbanistiche ed edilizie, semplificando così il processo di regolarizzazione.

Iter semplificati per progetti con finalità multipla

Il decreto introduce una nuova modalità di presentazione delle pratiche edilizie a “finalità multipla”. Questa innovazione consente, ad esempio, di ottenere con un’unica domanda sia il cambio di destinazione d’uso di un immobile sia l’autorizzazione ai lavori di adeguamento. In questo modo si eliminano passaggi burocratici superflui, velocizzando l’iter amministrativo e riducendo le difficoltà per i proprietari.

Una misura simile è stata adottata anche per il recupero dei sottotetti a fini abitativi. Il decreto prevede deroghe alle distanze minime tra edifici nelle aree densamente urbanizzate, permettendo il recupero abitativo senza modificare la forma o la superficie del sottotetto, salvo autorizzazioni specifiche della normativa regionale. L’obiettivo è incrementare l’offerta abitativa senza consumare ulteriore suolo

Lavori casa – fonte pexels – sicilianews24.it

Multe più basse in alcuni casi, ma comunque presenti

Il Decreto Salva Casa introduce un nuovo sistema sanzionatorio per la regolarizzazione delle difformità edilizie. Le multe saranno calcolate in base all’aumento del valore dell’immobile, con importi più elevati nei casi di “doppia conformità attenuata” (da 1.032 a 10.238 euro) e più contenuti per la conformità “tradizionale” (da 516 a 5.164 euro). Questo significa che, seppur più basse rispetto a prima in alcuni casi, le sanzioni restano comunque previste per le irregolarità edilizie.

In alcuni casi, sarà il Comune a stabilire l’importo in base al valore dell’immobile: se riterrà che l’intervento non abbia aumentato il valore venale della proprietà, potrà applicare direttamente la sanzione minima, senza necessità di ulteriori valutazioni dell’Agenzia delle Entrate. Questa flessibilità punta a rendere il processo più equo, evitando che situazioni minori vengano sanzionate con importi sproporzionati.

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