Ho dato 20 euro alla mia banca e me ne ha ‘restituiti’ 100mila: ho dovuto solo compilare un modulo, è stato un gioco da ragazzi
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Ho dato 20 euro alla mia banca e me ne ha ‘restituiti’ 100mila: ho dovuto solo compilare un modulo, è stato un gioco da ragazzi

Euro – fonte pexels – sicilianews24.it

Conto corrente, ecco quando la banca deve risarcirti l’intera somma.

La crescente diffusione dei sistemi di pagamento telematici ha portato a un incremento esponenziale delle truffe online, fenomeno che mette a rischio la sicurezza dei conti correnti. Nonostante le tecnologie di sicurezza, molte banche si rifiutano di rimborsare le somme sottratte, attribuendo la responsabilità al cliente per l’uso improprio delle credenziali. In questi casi, i consumatori possono rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), un organismo dedicato alla gestione delle controversie in materia bancaria.

Le truffe online si manifestano in varie forme, tra cui phishing, vishing e spoofing, attraverso metodi sempre più sofisticati. Tra le tecniche più diffuse: link malevoli che reindirizzano a siti fraudolenti, chiamate di falsi operatori bancari e notifiche ingannevoli relative a presunti pagamenti da effettuare. Questi schemi mirano ad accedere ai conti delle vittime per prelievi o transazioni fraudolente. Recuperare le somme sottratte è spesso complesso, soprattutto quando i truffatori operano da Paesi privi di accordi di collaborazione con l’Italia.

Le banche, in base alla normativa europea, devono garantire sistemi di protezione adeguati, come l’autenticazione forte a due fattori (SCA). Questo meccanismo consente di identificare e bloccare eventuali transazioni non autorizzate, riducendo il rischio di frodi.

In caso di controversie, le banche devono dimostrare di aver rispettato gli standard di sicurezza previsti dalla direttiva PSD. Se non riescono a farlo, sono obbligate a rimborsare il cliente e, in alcuni casi, risarcire eventuali danni.

Responsabilità del cliente e tutela legale

Se emerge che il cliente ha agito con negligenza, ad esempio fornendo volontariamente i propri dati, l’istituto finanziario non è tenuto a rimborsare le somme sottratte. È fondamentale, dunque, che i consumatori adottino comportamenti prudenti per proteggere i propri dati personali.

Se la banca rifiuta di rimborsare, i consumatori possono rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Questo organismo offre una soluzione economica e pratica rispetto alla causa civile, purché la controversia non superi i 200.000 euro e riguardi conti correnti o prodotti finanziari collegati. Prima del ricorso, è necessario presentare un reclamo alla banca e attendere una risposta entro i termini stabiliti.

Soldi – fonte pexels – sicilianews24.it

Controversie sugli investimenti

Le decisioni dell’ABF non sono vincolanti per le banche, ma il mancato rispetto può causare danni reputazionali e aggravare eventuali cause civili. Il costo della procedura è di 20 euro e richiede l’invio di prove documentali.

Per le dispute relative agli investimenti finanziari, come la negoziazione di titoli quotati, è necessario rivolgersi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), un organismo distinto dall’ABF ma con competenze specifiche in ambito finanziario. Questo garantisce ai consumatori uno strumento di tutela adeguato alle specificità del settore.

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