Chiusura diga Trinità in Sicilia, iniziato lo svuotamento
Sono in corso contatti tra il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per un’attenta valutazione sui provvedimenti da adottare per superare le criticità relative all’utilizzo della diga Trinità nel territorio di Castelvetrano.
Il ministero delle Infrastrutture nei giorni scorsi aveva disposto la messa fuori esercizio della diga Trinità a Castelvetrano (Trapani), mediante la progressiva riduzione dei livelli idrici, perchè la diga non sarebbe sicura soprattutto in caso di terremoti.
I livelli massimi autorizzati d’accumulo sono ora da 50 a 54 metri sul livello del mare, il resto dell’acqua dovrà essere sversata fuori.
Contro la chiusura della diga vi sono state le prese di posizioni di diversi sindaci del territorio, delle organizzazioni sindacali agricole, di esponenti politici perchè l’acqua della diga serve a irrigare una vastissima area soprattutto coltivata a vigneto.
Intanto è iniziato nella notte lo svuotamento della diga Trinità a Castelvetrano, dopo la decisione del Ministero di dichiararla fuori uso. Costruita nel 1959 per soddisfare le esigenze idriche dell’agricoltura locale, la diga non ha mai beneficiato di interventi strutturali o collaudi adeguati, nonostante le promesse fatte negli anni. Ora, la comunità si trova ad affrontare un’altra delusione: entro pochi giorni il livello dell’acqua scenderà fino a 54 metri sul livello del mare, lasciando dietro di sé un grande specchio d’acqua inutilizzabile per l’irrigazione delle colture.
Per gli agricoltori trapanesi, già provati dalla siccità che perdura dallo scorso anno, questa è una nuova battuta d’arresto. La diga, che un tempo rappresentava una risorsa cruciale per l’agricoltura, oggi è diventata il simbolo di anni di cattiva gestione e promesse disattese. Numerosi fondi, stanziati nel corso del tempo, non sono mai stati utilizzati per effettuare la manutenzione necessaria, portando il bacino a non poter più garantire il suo scopo principale: l’approvvigionamento idrico.
In un contesto segnato da una crisi idrica sempre più grave, l’assenza di un piano concreto per il futuro aggrava ulteriormente la situazione. L’agricoltura, settore fondamentale per l’economia locale, è ora in ginocchio, e il territorio continua a soffrire le conseguenze di una gestione inadeguata delle risorse naturali.
Gli agricoltori guardano con crescente preoccupazione alle prossime stagioni, mentre la diga abbandonata rimane un monumento all’inefficienza politica e istituzionale. Il futuro appare incerto, e il reale impegno delle autorità per affrontare questa emergenza rimane dubbio, lasciando il territorio in balia di una crisi che sembra destinata a peggiorare.
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