ISEE, scovato il metodo legalissimo per abbassarlo: così intaschi BONUS e nessuno può dirti nulla
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Nuovi criteri per il calcolo ISEE, esclusi alcuni investimenti.
Il Governo ha recentemente approvato un decreto che introduce una rilevante modifica nella determinazione dell’ISEE. Gli investimenti in titoli di Stato e postali fino a 50.000 euro saranno esclusi dal calcolo dell’indicatore, consentendo ai nuclei familiari di ridurre il proprio patrimonio e accedere a prestazioni sociali agevolate precedentemente non disponibili.
L’ISEE, acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è uno strumento utilizzato per valutare la situazione economica di una famiglia che intenda beneficiare di bonus o sussidi. Tra le agevolazioni collegate vi sono bonus bollette, asilo nido, riduzioni sulle tasse universitarie ed esenzioni sanitarie, spesso vincolate al rispetto di precisi limiti di reddito.
L’ISEE svolge un ruolo cruciale nel calcolo dell’assegno unico per i figli a carico e per stabilire i requisiti di accesso a numerose misure sociali.
Le famiglie con un ISEE più alto rispetto alle soglie stabilite rischiano di essere escluse dalle agevolazioni. Grazie al decreto, sarà ora possibile abbassare legalmente l’ISEE, considerando l’esclusione dei titoli di Stato e di altri prodotti di risparmio garantiti.
Nuova DSU e validità degli ISEE esistenti
Per ottenere l’ISEE aggiornato è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), basata sui dati patrimoniali e reddituali dei due anni precedenti. Ad esempio, l’ISEE 2025 sarà calcolato considerando redditi e saldi patrimoniali del 2023. Tuttavia, fino alla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, gli ISEE già rilasciati rimarranno validi ma potrebbero non riflettere le nuove regole.
Chi desidera aggiornare il proprio ISEE dovrà presentare una nuova DSU per usufruire delle esenzioni e ricalcolare l’indicatore secondo i nuovi parametri.
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Benefici per famiglie con disabilità
Il decreto introduce ulteriori novità per i nuclei familiari con persone disabili o non autosufficienti. In tali casi, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, inclusi quelli erogati tramite carte di debito, non verranno considerati nel calcolo del reddito familiare. Inoltre, è prevista una maggiorazione pari a 0,5 nella scala di equivalenza per ogni componente disabile.
Queste modifiche mirano a garantire maggiore equità e inclusività, facilitando l’accesso a benefici per le famiglie più vulnerabili.
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