IVA, mazzata finale per gli italiani: AUMENTATA dal 22 al 25% | Daremo il nostro 3% in più ai politici che ci comandano
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IVA, mazzata finale per gli italiani: AUMENTATA dal 22 al 25% | Daremo il nostro 3% in più ai politici che ci comandano

Matteo Salvini e Giorgia Meloni con riferimento alla Partita IVA – SiciliaNews24.it

Le novità dell’ultima ora non sembrano essere così incoraggianti. Per chi fa parte di questo settore, cambia tutto: ecco i dettagli.

Non tutti sanno che la Partita IVA è uno strumento fondamentale e lo è sempre stato sin dall’inizio della sua nascita. Essa infatti è stata introdotta per la prima volta in Francia, precisamente nel 1954, da Maurice Laurie.

Quest’ultimo decise di sviluppare un nuovo sistema di tassazione al fine di sostituire tutti quei pagamenti accumulati che erano considerati inefficienti e soprattutto poco utili. L’Unione Europea, come ben sappiamo, ha adottato l’IVA come un vero e proprio standard per tassare i consumi, diventando una delle prime fonti di entrate fiscali per i vari governi. In Italia, essa è stata introdotta precisamente nel 1972, quando Luigi Preti era il ministro delle finanze.

Volendola spiegare in maniera più semplice anche a persone che non conoscono tutti i dettagli, sappiamo che la Partita IVA non è altro che un codice alfanumerico che identifica un soggetto economico, come ad esempio un professionista o un lavoratore autonomo, che fa diverse operazioni.

Tale codice in Italia è composto da ben 11 cifre, di cui le prime sette identificano il contribuente, le altre tre il codice dell’ufficio delle entrate, e l’ultima è una semplice cifra di controllo. Trattasi quindi di un’imposta diretta che va a gravare direttamente sul consumo di beni e servizi.

Le scadenze periodiche

Il funzionamento di essa si basa su quattro principi principali. In primis la riscossione e il versamento, verso cui ogni soggetto passivo deve applicare l’IVA e quindi versare questa precisa imposta allo Stato con la detrazione. La fatturazione è obbligatoria e all’interno ci deve essere il codice della partita IVA non solo del venditore ma anche dell’acquirente, oltre al calcolo dell’IVA dovuta.

Anche la dichiarazione annuale e le liquidazioni periodiche devono essere effettuate in maniera mensile o trimestrale. Infine, sappiamo che esistono diversi regimi speciali che riguardano il settore dell’agricoltura e le agenzie di viaggio, e in questi casi l’applicazione dell’IVA ha una modalità ben precisa.

Un uomo che raccoglie patate da un campo agricolo – foto Depositphotos – SiciliaNews24.it

Dai terreni virtuali ai Carbon Credit

Ora però quello che è successo nelle ultime ore sembra essere molto delicato, soprattutto per il reddito agrario. Come riportato da money.it, infatti, cambiano sia il calcolo che la tassazione. Come ben sappiamo, in base all’articolo 32 del Tuir, il reddito delle imprese agricole è determinato in base alle potenzialità del fondo, ovvero alla capacità reddituale stessa del fondo. Ora però, con tutte le novità introdotte, come ad esempio anche i terreni virtuali, cambia anche il sistema di protezione agricola in senso avanzato. È per questo che nell’articolo 32 comma 2 la lettera B-bis prevede proprio un reddito agrario di produzione vegetale in immobili censiti al catasto dei fabbricati.

Un’ultima e grande novità riguarda anche l’introduzione del Carbon Credit. Riguarda quelle coltivazioni, come ad esempio il faggio, che servono soprattutto a mantenere l’aria pulita e salubre, e in questo caso le aziende possono ricevere questi crediti dimostrando di ottenere risultati importanti per la tutela dell’ambiente e del clima. La cessione di tali crediti risente degli effetti dell’Iva per cui il coefficiente di redditività è del 25%.

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