
Ultim’ora, se non lavorate andate lo stesso in pensione: passata la legge | Ti pagano per essere stato a casa sul divano
Anziani – fonte pexels – sicilianews24.it
In questo modo si può andare in pensione praticamente senza lavorare.
Il sistema pensionistico italiano si basa principalmente sul metodo contributivo: l’importo della pensione dipende dai contributi versati durante la vita lavorativa. Ogni lavoratore, sia dipendente che autonomo, versa una quota del proprio reddito all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), che gestisce la maggior parte delle pensioni pubbliche.
Per accedere alla pensione di vecchiaia, è necessario aver raggiunto una determinata età anagrafica e un numero minimo di anni di contributi. Attualmente, l’età pensionabile è fissata a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi. Esistono anche formule anticipate, come Quota 103 o Opzione Donna, riservate a chi ha maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi.
L’importo della pensione viene calcolato in base al montante contributivo accumulato e all’età del pensionamento, utilizzando dei coefficienti di trasformazione. Più si posticipa l’uscita dal lavoro, più alto sarà il coefficiente, e quindi la pensione.
Oltre alla pensione pubblica, molti lavoratori aderiscono a forme di previdenza complementare, come fondi pensione o polizze individuali, per integrare l’assegno futuro. Questo perché il sistema pubblico, con l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione dei contributi, potrebbe non garantire livelli di reddito sufficienti in futuro.
Sostegni per chi non ha mai lavorato
Anche chi non ha mai lavorato né versato contributi previdenziali ha accesso a forme di tutela economica. In Italia esistono tre misure pensate per offrire una rendita mensile minima a chi non ha maturato i requisiti per la pensione: la pensione di invalidità civile, l’assegno sociale e la pensione per casalinghe e casalinghi.
La pensione di invalidità civile spetta a chi, in seguito a menomazioni fisiche o psichiche, abbia una ridotta capacità lavorativa. Con un’invalidità dal 74% al 99% si ha diritto a 336 euro mensili (reddito annuo sotto i 5.771,35 euro). Con invalidità totale, l’importo può arrivare fino a 739,83 euro. Ai non autosufficienti spetta inoltre un’indennità di accompagnamento di 542,02 euro, indipendentemente dal reddito. Dal 2025, le revisioni per malati oncologici potranno avvenire tramite valutazione documentale, semplificando l’iter.
Lavoro – fonte pexels – sicilianews24.it
Assegno sociale e pensione per casalinghe/i
L’assegno sociale è destinato a chi ha compiuto 67 anni ed è in difficoltà economica. Per il 2025, l’importo è di 538,68 euro mensili per 13 mensilità. È necessario avere residenza in Italia e un reddito personale sotto i 7.002,97 euro annui (14.005,94 se coniugati). La domanda va presentata online all’INPS o tramite patronato.
Il Fondo pensione per casalinghe e casalinghi permette a chi si occupa della cura familiare di versare contributi volontari, a partire da 25,82 euro al mese. Si accede alla pensione a 57 anni con almeno 5 anni di versamenti. L’importo varia in base ai contributi versati.
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