
Strage a Monreale, fermato un 19enne. Si cercano i complici
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, guidati dal generale Luciano Magrini, hanno fermato il presunto autore della sparatoria avvenuta a Monreale, nella quale hanno perso la vita tre persone tra i 23 e 34 anni. In manette è finito un giovane palermitano di 19 anni. Le ipotesi di reato contestate sono di strage, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco. Il ragazzo, originario del quartiere Zen, è stato accompagnato nel carcere Pagliarelli, a Palermo.
Il triplice omicidio sarebbe avvenuto verso l’una della notte scorsa. Nella sparatoria altre due persone sono rimaste ferite. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali Ingrassia e Civico.
Le vittime, secondo quanto riferiscono i Carabinieri, sono Massimo Pirozzo, 25 anni, Salvatore Turdo, 24 anni, e Andrea Miceli di 34, deceduto questa mattina all’ospedale Civico di Palermo. La sparatoria è avvenuta in via Benedetto d’Acquisto, a due passi dal Duomo, davanti a una caffetteria. La lite sarebbe scoppiata per futili motivi. I Carabinieri stanno raccogliendo le testimonianze sul posto e l’autore del gesto non è ancora stato identificato.
“Purtroppo si aggrava il bilancio della sparatoria notturna. È morto anche il terzo giovane che era in gravissime condizioni. Preghiamo anche per lui, come per le altre due giovani vittime e ci stringiamo attorno alle famiglie. Continuiamo a sperare per gli altri feriti”. Così il deputato regionale siciliano e presidente del Consiglio Comunale Marco Intravaia alla notizia di una terza vittima nella sparatoria notturna in piazza.
Non avrebbe agito da solo Salvatore Calvaruso, il 19enne palermitano fermato dai Carabinieri perchè sospettato di essere il presunto autore della strage di Monreale, dove tre giovani sono morti in una sparatoria ed altre due persone sono rimaste ferite. Gli inquirenti sono convinti che l’indagato non abbia agito da solo e sarebbero alla ricerca dei complici.
Almeno tre o quattro ragazzi potrebbero avere partecipato alla sparatoria. Sul posto, davanti al bar 365 di Monreale, a pochi passi dal Duomo, nella notte tra sabato e domenica, sono stati esplosi almeno venti colpi di pistola, secondo i rilievi dei carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, guidati dal generale Luciano Magrini. Sarebbero state almeno due le armi utilizzate.
Le indagini proseguono. Anche alla luce delle prime dichiarazioni rese dall’indagato. Il 19enne dapprima ha confessato, fornendo alcuni riscontri alle accuse. Sul luogo del delitto, infatti, sono stati ritrovati un paio di occhiali da vista, che l’indagato, nel corso delle dichiarazioni spontanee, ha ammesso essere propri. Poi, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pubblico ministero. Al vaglio di inquirenti ed investigatori ci sarebbero adesso alcune testimonianze, messaggi Whatsapp e intercettazioni.
Il sindaco Alberto Arcidiacono, immediatamente informato dell’accaduto, si è recato in ospedale per esprimere la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti. Visibilmente scosso, ha dichiarato: “Siamo dinanzi ad una tragedia senza precedenti. Vite spezzate di giovani che avrebbero dovuto vivere il proprio futuro. Questo è il momento di raccoglierci in preghiera e di dare conforto alle famiglie. La città piange questi giovani”. Per affrontare questa drammatica situazione, il sindaco Arcidiacono ha convocato una giunta straordinaria nelle prossime ore.
“Quanto accaduto a Monreale impone una profonda riflessione. Pensavamo che episodi del genere fossero collegati prevalentemente ad altri territori o solo alla cinematografia americana, invece, troppo spesso leggiamo di notizie collegate alla movida violenta delle nostre città. Si tratta di fatti che iniziano quasi sempre per futili motivi e degenerano in violenze che sfociano in tragedia. Tutto ciò è assurdo”, così il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.
“Sono da subito disponibile ad avviare un confronto tra le istituzioni per individuare ogni soluzione necessaria ad arginare questa recrudescenza che ha già superato il livello di guardia – prosegue Galvagno -. In un momento così doloroso, desidero esprimere il mio personale cordiglio alle famiglie delle tre giovani vite spezzate da questa notte di violenta follia”.
“Questa mattina, atterrato a Palermo con il primo volo da Roma di ritorno dalla celebrazione del funerale di Papa Francesco, sono stato accolto con una notizia dolorosa, sconcertante e inaccettabile: una assurda rissa sfociata in tragedia che ha portato la morte di tre giovani della nostra città, due dei quali membri della Confraternita del Santissimo Crocifisso. La violenza ha nuovamente colpito e questa volta i nostri ragazzi nel cuore di Monreale! Di fronte ad un simile evento, la parola più eloquente è il silenzio, i gesti più appropriati, la preghiera e il pianto. Esprimo il mio personale cordoglio e la mia vicinanza ai famigliari nel loro infinito dolore, così come anche agli amici e all’intera città di Monreale oggi preda dello sconforto”. Lo dice monsignor Gualtiero Isacchi, arcivescovo di
Monreale.
“Questo fatto mi colpisce e genera in me un senso di responsabilità, perché queste morti chiedono e meritano una risposta personale da parte di ciascuno. La violenza è ormai cifra caratterizzante del nostro convivere sociale: l’uso delle parole, il bullismo, gli abusi su bimbi e donne, le prepotenze, l’arroganza e molte altre manifestazioni, infettano il nostro modo di comunicare, di convivere e di abitare la casa comune. Tutto ciò non può che sfociare nella violenza e nella morte. Basta! È necessario fermarci, interrogarci e farci carico della complessità sociale avviando laboratori di civiltà nuova”, ha proseguito Isacchi.
“Questa tragedia accaduta nel tempo dei festeggiamenti del Santissimo Crocifisso ci chiede di farci promotori di una nuova umanità che ha proprio nel Crocifisso il modello ispiratore e la speranza di realizzazione. Prego per le anime di Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, perché il Padre misericordioso li accolga tra le sue braccia. Prego per le loro famiglie e per i loro amici – ha concluso l’arcivescovo – , perché questo nostro dolore ispiri nell’intera comunità monrealese il profondo desiderio di un mondo nuovo”.
– Foto sat/Italpress –
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