
Sicilia, le piogge invernali migliorano la situazione idrica: aumentano le riserve
Le abbondanti piogge delle ultime settimane di febbraio e dei primi giorni di marzo hanno dato respiro ai corpi idrici della Sicilia, migliorandone sensibilmente le condizioni dopo mesi di siccità e scarse precipitazioni. Tuttavia, alcuni invasi necessitano ancora di interventi mirati per garantire un utilizzo ottimale delle risorse idriche disponibili.
Le analisi del SIAS: piogge superiori alla media
Secondo il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS), il mese scorso è stato caratterizzato da una serie di perturbazioni ben distribuite, con quantitativi di pioggia superiori alla media del periodo. Gli esperti si dichiarano fiduciosi riguardo al superamento della siccità che aveva colpito in particolare le province meridionali e centrali dell’isola nel 2024.
Dai dati raccolti emerge che la media mensile delle precipitazioni di febbraio si è attestata a 106 mm, con un numero medio di giorni piovosi pari a 10, superiore alla media registrata tra il 2003 e il 2022. Alcune località hanno ricevuto precipitazioni eccezionali: Pedara (Catania) ha registrato ben 16 giorni di pioggia, mentre Acate (Ragusa) e Torregrotta (Messina) ne hanno contati appena 6. In termini di quantità di pioggia caduta in un singolo giorno, il primato spetta a Messina, con 119,2 mm.
Riserve idriche in crescita, ma con differenze territoriali
L’Autorità di Bacino Regionale ha confermato il miglioramento della situazione delle dighe siciliane, che sono tornate ai livelli di un anno fa, precedenti all’emergenza siccità. Su base annuale si registra un incremento del 15%, pari a 46 milioni di metri cubi d’acqua in più, per un totale di 345 milioni.
I bacini del versante orientale, maggiormente interessati dalle precipitazioni invernali, hanno segnato i rialzi più significativi. L’impianto nebroideo di Ancipa, dato per spacciato lo scorso ottobre, ha registrato un surplus del 237% rispetto al 2024. Ancora più sorprendente il dato del bacino di Pozzillo (Enna), che segna un incremento del 500% su base annuale.
Meno positive, invece, le condizioni dei bacini occidentali. La diga di Poma e quella di Rosamarina, che servono la provincia di Palermo, sono ancora in sofferenza, con cali rispettivamente del 25% e del 14% rispetto al 2024. Situazione critica anche per la diga di Trinità a Castelvetrano, che registra un calo del 48%, dovuto anche allo sversamento a mare ordinato da Roma per motivi di sicurezza statica, successivamente scongiurato dai nuovi calcoli della Regione.
Strategie per il futuro: la richiesta degli ambientalisti
Nonostante i miglioramenti, le associazioni ambientaliste sottolineano l’importanza di adottare strategie di lungo periodo per evitare di ripetere le esperienze critiche delle ultime estati, segnate da siccità estrema e incendi devastanti. Una delle richieste principali al governo regionale, guidato dal presidente Schifani, è quella di intervenire sulle reti idriche, riducendo le perdite dovute alle tubature obsolete che trasportano l’acqua dalle dighe ai centri urbani.
L’aumento delle riserve idriche rappresenta un’opportunità importante, soprattutto in vista della stagione estiva, ma per garantire una gestione efficiente dell’acqua servono interventi strutturali. La pioggia caduta nelle ultime settimane ha dato una tregua, ma la sfida per una gestione sostenibile delle risorse idriche in Sicilia è tutt’altro che conclusa.
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