Servizio civile digitale, Lagalla: “L’obiettivo è l’inclusione”
Il Comune di Palermo, su proposta dell’assessore all’Innovazione Antonella Tirrito, ha aderito al Servizio civile digitale, un programma di volontariato promosso dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e dal Servizio Civile Universale, in collaborazione con Anci Sicilia e Anci Lombardia, che mira a colmare il divario digitale nel Paese grazie al contributo di giovani volontari. Il loro supporto sarà rivolto soprattutto agli anziani e agli utenti in genere che hanno poca dimestichezza con strumenti interattivi e nuove tecnologie. Per una diffusione capillare del servizio, l’Arcidiocesi di Palermo ha offerto al Comune la disponibilità dei locali di alcune parrocchie, che in qualità di servizi di prossimità, già garantiscono attività di ascolto, accompagnamento e orientamento, nonché opera di risposta e di sostegno ai bisogni delle fasce più deboli.
I dettagli del progetto sono stati illustrati dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla e dall’assessore Tirrito nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sala Lavitrano della Curia arcivescovile, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo e del vicario generale dell’Arcidiocesi di Palermo monsignor Giuseppe Oliveri, intervenuto per conto dell’arcivescovo monsignor Corrado Lorefice.
«Inclusione – ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla – è l’obiettivo principale del Servizio civile digitale e, per questa ragione, esprimo il mio apprezzamento per l’adesione del Comune al progetto. L’apporto dei giovani può essere determinante per favorire l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, soprattutto da parte dei soggetti più anziani. Il mio ringraziamento va alla Diocesi di Palermo che ha voluto condividere questo percorso di collaborazione perché l’apertura delle parrocchie può agevolare questo processo».
Il bando per la selezione di 4.629 giovani tra i 18 e 28 anni, da impiegare in 213 progetti, afferenti a 76 programmi di intervento di Servizio civile digitale da realizzarsi in Italia, è scaduto lo scorso 28 settembre e ha visto, per la città di Palermo, 261 adesioni. Le selezioni si svolgeranno nei locali dell’ex caserma Falletta dal 16 al 20 ottobre prossimi. I posti disponibili nel capoluogo sono 25, di cui 24 distribuiti nelle otto parrocchie della Diocesi di Palermo e uno all’Anci Sicilia.
«Il divario, noto come “digital gap” – ha spiegato l’assessore Antonella Tirrito nel corso della conferenza stampa – è un problema ancora molto diffuso nella nostra città, dove molte persone, soprattutto anziane, hanno difficoltà a utilizzare strumenti digitali e ad accedere alle risorse online. Per questo, lo scorso 4 agosto, a seguito di interlocuzione tra l’Arcidiocesi e l’Amministrazione comunale, si è riflettuto sulla necessità di un cambiamento di paradigma, di approccio e di visione verso strumenti e processi nati per migliorare la vita del cittadino. Oggi, il rischio più forte – ha continuato l’assessore – è l’esclusione di una parte della popolazione dai servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione al cittadino, servizi che sempre più richiedono una conoscenza di base degli strumenti informatici e digitali. I giovani selezionati andranno, dunque, a ricoprire il ruolo di “facilitatori digitali” nei confronti di quella fascia debole della popolazione che ha ancora poca dimestichezza con l’uso di questi nuovi strumenti e diventeranno, grazie a questo progetto sperimentale che vede l’Amministrazione al fianco della Diocesi, portatori sani di solidarietà, cittadinanza attiva e inclusione».
Le otto parrocchie che hanno aderito al progetto sono:
– San Giuseppe Cafasso a Ballarò;
– Maria Santissima delle Grazie a Roccella;
– Parrocchia Maria SS. Mediatrice a Villa Tasca;
– Parrocchia Sant’Agnese ai Danisinni;
– Parrocchia San Gabriele Arcangelo ad Altarello;
– Parrocchia San Giovanni Apostolo al Cep;
– Parrocchia Spirito Santo al Politeama;
– Parrocchia Madonna della Provvidenza nel quartiere Montepellegrino.
«Abbiamo aderito a questo progetto pilota dell’Amministrazione comunale – ha detto monsignor Giuseppe Oliveri – perché ci consente di intervenire nel sociale, di dare un aiuto concreto e diretto ai cittadini più fragili che, spesso nel quotidiano, si trovano a dover interloquire con soggetti difficilmente raggiungibili, perché per questioni culturali o anagrafiche non hanno le competenze digitali per farlo. Anche questa per la Chiesa è una forma di evangelizzazione»
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