
Scusate, ci mettiamo in ginocchio: abbiamo sbagliato | INPS AMMETTE L’ERRORE: 10 anni di contributi gratis
Inps – fonte Instagram – sicilianews24.it
INPS ha ammesso l’errore e ora arrivano soldi a palate per chi aveva subito il torto.
L’INPS, acronimo di Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è l’ente pubblico che in Italia gestisce la quasi totalità della previdenza e dell’assistenza sociale. Nato nel 1898 come Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai, nel tempo ha ampliato le sue funzioni fino a diventare il principale punto di riferimento per lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, occupandosi del versamento delle pensioni, dell’erogazione di sussidi e di prestazioni assistenziali.
Il funzionamento dell’INPS si basa sulla raccolta dei contributi previdenziali versati da lavoratori e datori di lavoro. Questi contributi finanziano le pensioni di vecchiaia, di invalidità, di reversibilità, oltre a prestazioni temporanee come la disoccupazione, la maternità, la malattia e la cassa integrazione. L’ente gestisce anche numerosi bonus e misure di sostegno al reddito, come l’assegno unico per i figli o il Reddito di Cittadinanza (ora sostituito da nuove forme di aiuto).
L’INPS opera attraverso una vasta rete di sedi territoriali e offre molti servizi online tramite il proprio portale. Ogni cittadino può accedere al proprio fascicolo previdenziale, presentare domande, consultare estratti contributivi e ricevere comunicazioni ufficiali. L’accesso ai servizi digitali avviene generalmente tramite SPID, CIE o CNS, strumenti che garantiscono l’identità dell’utente.
Il sistema dell’INPS è basato su un principio di solidarietà intergenerazionale: i contributi versati dagli attuali lavoratori servono a finanziare le pensioni di chi è già in quiescenza. Questo meccanismo richiede un equilibrio costante tra entrate e uscite per garantire la sostenibilità del sistema nel tempo.
La pensione: un diritto non sempre garantito
La pensione rappresenta un traguardo importante per chi ha lavorato una vita intera, garantendo sicurezza economica nella vecchiaia. In passato, senza un sistema previdenziale, gli anziani dipendevano dalla generosità dei familiari o, nei casi peggiori, cadevano in povertà. Anche oggi, però, non tutti riescono ad accedere alla pensione: il principale ostacolo è il mancato raggiungimento degli anni minimi di contributi richiesti.
Molti lavoratori si trovano a rischio di esclusione dalla pensione proprio a causa di carriere discontinue o periodi di lavoro non regolarizzato. Per venire incontro a queste situazioni, l’INPS ha introdotto un’importante misura: l’accredito di contributi mancanti fino a un massimo di dieci anni, offrendo una seconda possibilità a chi altrimenti sarebbe rimasto privo di tutele.
Soldi – fonte pexels – sicilianews24.it
Come funziona il riscatto dei contributi mancanti
La misura, conosciuta come rendita vitalizia, consente ai lavoratori di sanare i vuoti contributivi, regolarizzando la loro posizione e raggiungendo così i requisiti per la pensione. Possono beneficiarne dipendenti con rapporti regolari ma senza contribuzione, ex lavoratori in nero che dimostrino l’attività svolta, e superstiti che intendano rivalutare la pensione di reversibilità.
Per accedere, è necessario presentare domanda all’INPS allegando documentazione che provi i periodi lavorativi scoperti. Dopo una verifica accurata dell’Istituto, la pratica potrà andare a buon fine. È consigliabile farsi assistere da un patronato per facilitare la procedura.
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