Morto il più grande truffatore italiano di sempre: quella volta che truffò pure il Presidente della Repubblica… | 22 evasioni e l’odio per la Sicilia
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Morto il più grande truffatore italiano di sempre: quella volta che truffò pure il Presidente della Repubblica… | 22 evasioni e l’odio per la Sicilia

Criminale – sicilianews24.it

Tutto quello che c’è da sapere su uno dei criminali più pericolosi.

Negli ultimi cinquant’anni, il mondo ha conosciuto criminali le cui azioni hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia. Uno dei più noti è Pablo Escobar, il re del narcotraffico colombiano, fondatore del Cartello di Medellín. Negli anni ’80, controllava gran parte del traffico di cocaina verso gli Stati Uniti, arricchendosi a livelli impressionanti e generando un’ondata di violenza in Colombia.

Altrettanto temuto è stato Joaquín “El Chapo” Guzmán, leader del cartello di Sinaloa in Messico. Responsabile di traffici internazionali di droga e numerose violenze, è noto anche per le sue spettacolari fughe dal carcere, che hanno messo in imbarazzo le autorità messicane.

Nel mondo del terrorismo, Osama bin Laden ha rappresentato una figura centrale. Fondatore di al-Qaeda, è stato il mandante degli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, con un impatto globale duraturo. La sua morte, avvenuta nel 2011, ha segnato la fine di una delle cacce all’uomo più lunghe della storia.

Tra i criminali più temuti, figura anche Charles Manson, leader della “Manson Family”. Negli anni ’60, ha orchestrato omicidi efferati, tra cui quello dell’attrice Sharon Tate, diventando simbolo di una devianza sociale e psicologica inquietante.

La fine di una leggenda tra fughe e catene

Graziano Mesina, detto Gratzianeddu, si è spento a 83 anni nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Dopo una vita fatta di montagne, latitanze, mitra e romanzi criminali, è morto tra le mura di un ospedale, troppo tardi per godere del differimento di pena ottenuto poche ore prima. I suoi legali avevano organizzato il ritorno in Sardegna, ma la libertà è arrivata solo in punto di morte.

Con ventidue fughe alle spalle, decine di processi e una grazia presidenziale, Mesina è stato l’ultima “primula rossa” del banditismo sardo, figura romantica e feroce insieme. Era un uomo nato per scappare, ma che alla fine non è riuscito a fuggire dal suo destino. Simbolo di un’epoca dura, è rimasto fedele alla sua terra fino all’ultimo respiro.

Pistola – fonte pexels – sicilianews24.it

Un sardo ribelle e ostile alla Sicilia

Nato a Orgosolo nel 1942, in una Sardegna aspra e orgogliosa, Mesina è cresciuto in un ambiente dove la ribellione era parte dell’identità. A 14 anni venne arrestato con un fucile rubato: era l’inizio di una carriera criminale lunga mezzo secolo. Lontano da ogni forma di pentimento, ha sempre incarnato la sfida allo Stato e alle regole imposte.

Odiava la Sicilia — “da buon sardo che si rispetti” — in una contrapposizione più culturale che geografica. In ogni gesto, Mesina ha sempre rivendicato un’appartenenza esclusiva alla sua terra, disprezzando ogni altro confronto. Nel 2004 ottenne la grazia dal Presidente della Repubblica Ciampi, giurando di fatto di aver cambiato vita, salvo poi tornare in galera a causa di un brutto coinvolgimento in una storia di droga.

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