Maria Antonietta Rositani: “Rischiavo la sedia a rotelle, ora rincorro felice la mia nipotina”
Dopo i sorprendenti risultati ottenuti nella cura della signora Filomena Lamberti, la prima vittima di acido in Italia, che ha riacquistato finanche la sensibilità del volto, e il cui caso è stato pubblicato sulla rivista specialistica Bioengineering, grazie a Biodermogenesi® e al progetto RigeneraDerma anche Maria Antonietta Rositani è rinata come l’Araba Fenice.
Era il 2019 quando la donna calabrese scampò al tentativo di omicidio da parte dell’ex marito che provò a darle fuoco. La Signora Rositani riportò ustioni sul 50 per cento del corpo e trascorse 20 mesi in ospedale tra terapia intensiva e decine di interventi chirurgici. In particolare, le ustioni diffuse sugli arti inferiori, con fibrosi estese, rilevanti e profonde le rendevano difficile il movimento delle gambe. «Rischiavo la sedia a rotelle, ora rincorro felice la mia nipotina», racconta la donna con le lacrime agli occhi.
Merito di Biodermogenesi®, la metodologia 100% made in Italy per la rigenerazione dei tessuti cutanei con numerosi studi scientifici a supporto, che ha dato vita al progetto pro bono, RigeneraDerma: cure gratuite delle cicatrici per 500 persone nei centri d’eccellenza Biodermogenesi® su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone.
Presentati i risultati delle cure
A Palermo, nel corso del Congresso di Benessere Sanitario e Sociale, sono stati presentati i risultati ottenuti dalla Signora Rositani: «Abbiamo documentando le tre fasi delle cure, iniziale, intermedia e finale, utilizzando tre strumenti: foto, l’aspetto macroscopico, ovvero quanto visibile a occhio nudo, e l’ecografia. Già dopo poche sedute con Biodermogenesi® abbiamo riscontrato una maggiore elasticità cutanea che permetteva alla Signora Rositani un maggiore movimento degli arti. Il miglioramento riguardava anche la texture della pelle: colore, morbidezza, lucentezza», spiega il Dottor Salvatore Marafioti, Dirigente Medico Ospedaliero, senologo, chirurgo generale ed estetico presso l’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena, che ha accompagnato Rositani nel percorso di cura.
La ricomparsa di peli e reticolo venoso
«Grazie all’ecografia abbiamo potuto osservare strato corneo, epidermide, derma e ipoderma e persino il tessuto muscolare. Ebbene, tutti gli strati hanno ottenuto un miglioramento grazie alle cure. In alcune parti abbiamo riscontrato la diminuzione della fibrosi rilevata al tempo 0, in altre zone la fibrosi è scomparsa del tutto. Proprio in queste zone del corpo abbiamo ottenuto un risultato che ci ha sorpresi: la comparsa del reticolo venoso superficiale e la ricrescita del sistema pilifero. Inoltre, ecograficamente abbiamo riscontrato l’assenza dello stato flogistico dei tessuti, prima presente non solo nei tre strati della cute, ma anche a livello muscolare. Per stato flogistico s’intende l’infiammazione dei tessuti a più livelli. Possiamo immaginarlo come un palazzo in fiamme dal primo all’ultimo piano. Ebbene, grazie ai trattamenti con metodologia Biodermogenesi®, ora l’incendio è stato spento. In definitiva, risultati davvero significativi che rendono, a mio avviso, Biodermogenesi® la cura elettiva anche per le cicatrici da ustione. E il caso della Signora Rositani ne è la conferma», sottolinea il Dottor Marafioti.
Cicatrici: come superare la fibrosi
La cicatrice è molto più complessa di quanto appare in superficie. «Nel caso della Signora Rositani abbiamo ottenuto un miglioramento funzionale del tessuto ustionato, con una progressiva riduzione delle fibrosi ed un ammorbidimento del tessuto cutaneo che ha permesso una migliore funzionalità e motilità degli arti inferiori. Nella paziente la fibrosi era talmente estesa e profonda da compromettere anche la normale attività muscolare delle gambe, causando di conseguenza la difficoltà a camminare regolarmente; la rimozione di tali fibrosi ha liberato i muscoli e adesso la paziente si muove con maggiore autonomia, arrivando anche a poter fare brevi corse», afferma Maurizio Busoni, Ricercatore, Docente presso il Master di Medicina Estetica dell’Università di Camerino e dell’Università di Barcellona e Responsabile del Progetto RigeneraDerma.
«Vorrei ringraziare anche il Dottor Claudio Pecorella, che ha svolto un doppio lavoro: ha analizzato la qualità del tessuto muscolare, evidenziando la maggiore funzionalità maturata nel corso delle sedute e ha realizzato un percorso alimentare che ha permesso un’azione antinfiammatoria e depurativa del suo corpo, carico di tossine conseguenti alle diffuse ustioni. Per finire vorrei ringraziare Dieta Medicale (Logistica Food s.r.l., 65024 Manoppello (PE) – IT), azienda italiana leader nella produzione di alimenti proteici e per dieta chetogenica, che ha offerto il percorso alimentare gratuitamente alla signora Rositani», continua Busoni.
La metodologia
«A differenza delle altre tecnologie che determinano un danno iniziale destinato a stimolare la riparazione tissutale, Biodermogenesi® agisce favorendo direttamente la rigenerazione cutanea erogando tre tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il circolo cutaneo, favorendo il recupero del normale calibro dei capillari, con conseguente ossigenazione del tessuto. Contemporaneamente i campi elettromagnetici favoriscono la formazione di nuove fibre elastiche e di collagene che permettono di rimodellare il tessuto cutaneo, avvicinandolo alla sua forma migliore», spiega Busoni.
Una vita normale
«Sono diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Ma le vittime vanno aiutare concretamente come ha fatto con me Biodermogenesi®. Ho conosciuto il male, ma al contempo ho scoperto l’altro lato della medaglia: il mondo è anche un posto meraviglioso. Ho ricevuto l’affetto e il sostegno di tante persone che si sono strette intorno a me. Grazie a loro e a RigeneraDerma oggi posso sognare una vita normale», conclude la Signora Rositani.
RigeneraDerma
La violenza di genere ha spesso come conseguenza cicatrici sul volto e sul corpo delle vittime. Ogni cicatrice, oltre al danno funzionale, porta con sé il trauma psicologico e relazionale e la convinzione di non poter avere una vita sociale normale. Per offrire alle vittime un aiuto concreto, Biodermogenesi® rinnova il suo impegno al fianco delle donne con il progetto RigeneraDerma. Presentato lo scorso aprile alla Camera dei Deputati, offre a 500 persone che non possono permetterselo, la cura gratuita delle cicatrici. Partner del progetto l’Università di Verona. Oltre alle donne vittime di violenza, il progetto è aperto a persone di entrambi i sessi, economicamente svantaggiate. Le terapie saranno erogate interamente pro-bono nei centri con metodologia Biodermogenesi® che aderiscono all’iniziativa su tutto il territorio nazionale.
Il prossimo 14 novembre Biodermogenesi® inizierà il percorso terapeutico a favore di un’altra donna simbolo della violenza di genere: Pinky, la ragazza di origine indiana, nata e residente in Italia, che è stata aggredita con un combustibile e poi con le fiamme davanti ai propri figli di 2 e 5 anni dall’ex marito.
«Pinky è il trait d’union simbolico tra l’Italia e l’India. Infatti, l’inizio delle terapie a favore di questa donna coraggiosa avviene in contemporanea con l’apertura a Mombay in India di un centro terapeutico Biodermogenesi® per donne ustionate e aggredite con acido. La nostra prima paziente in India è una testimonial d’eccellenza: Sneha Javale, la donna scelta dalla BBC per la sua forza e per l’esempio che offre quotidianamente per la sua volontà di vivere una vita normale nonostante abbia subito un’aggressione con l’acido che l’ha sfigurata, e che simboleggia oggi la lotta contro la violenza sulle donne nel suo Paese», conclude Maurizio Busoni.
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