Lavoro, in questi casi il capo non può proprio licenziarti: ora è davvero ufficiale | Cosa dice la legge
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Lavoro, in questi casi il capo non può proprio licenziarti: ora è davvero ufficiale | Cosa dice la legge

In questi casi il capo non può licenziarti: sei salvo (sicilianews24.it / pexels)

Non ti può licenziare, sei salvo anche questa volta: il tuo capo non ha speranze

Nella realtà in cui viviamo oggi, non avere un lavoro può essere un problema reale. Fatta eccezione per chi gode di una buona situazione economica di partenza e quindi può permettersi di rimanere senza lavoro per un periodo di tempo, tutti gli altri invece hanno necessità di questa entrata economica mensile.

Nel caso in cui si perda il lavoro poiché l’azienda chiude, per esempio, si ha diritto alla liquidazione e alla cosiddetta NASPI, un’indennità che, pur diminuendo nel corso dei mesi, permette di avere un cuscinetto d’emergenza per il periodo durante cui si cerca un altro lavoro.

Questo sussiste anche nel caso in cui si venga licenziati mentre, se ci si licenzia autonomamente, non si ha questo diritto. Oggi, però, vi parliamo di alcune situazioni nelle quali il datore di lavoro non ha diritto al licenziamento: ecco quali sono, se ti ci trovi dentro sei salvo.

In questi casi non puoi essere licenziato: ecco quali sono

Secondo l’ordinamento legislativo italiano, il datore di lavoro non può licenziare un dipendente a causa di una sua malattia poiché questo avrebbe una insita natura discriminatoria. Ovviamente, però, a questo divieto ci sono alcune eccezioni. La prima è quella del periodo di comporto, cioè del limite di tempo oltre il quale il dipendente, se è ancora assente da lavoro a ausa della malattia, può essere legittimamente licenziato. Questo limite dipende dal contratto collettivo che ha firmato. Nel caso in cui, però, anche dopo il periodo di comporto, il dipendente continui a versare in una situazione di salute precaria e il datore di lavoro lo sappia, allora quest’ultimo non può procedere al licenziamento.

L’eccezione del periodo di comporto, inoltre, non si applica per malattie connesse alla gravidanza, per assenze per patologie gravi che richiedono la sottoposizione del lavoratore a terapie salvavita, per congedi di 30 giorni per l’assistenza a invalidi civili o per malattie causate da infortuni sul lavoro.

In questi casi il capo non può licenziarti: sei salvo (sicilianews24.it / pexels)

Cos’è l’obbligo di repechage

Il legislatore, inoltre, permette al datore di lavoro di licenziare il dipendente appena rientrato da un periodo di malattia nel caso in cui questo, al rientro, non possa più svolgere le mansioni che gli spettavano a causa delle sue condizioni fisiche.

In questo caso, però, per l’obbligo appena citato il datore di lavoro è obbligato a valutare tutte le possibilità in merito a una ricollocazione del dipendente.

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