La sai l’ultima? Il Governo elimina la ‘malattia’ per i lavoratori italiani: se non lavori, non guagagni | Puoi anche morire di fame ma…
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La sai l’ultima? Il Governo elimina la ‘malattia’ per i lavoratori italiani: se non lavori, non guagagni | Puoi anche morire di fame ma…

Matteo Salvini al mare con un secchiello rosa in mano – foto ANSA – SiciliaNews24.it

La situazione cambia per gran parte degli italiani. Ormai l’accordo c’è e non si può più tornare indietro: ecco chi riguarda.

È noto a tutti che quando ci si mette in malattia è perché ci sono diversi problemi di salute che mettono il lavoratore nella condizione di non poter svolgere le proprie mansioni. Questo è un diritto e vanno seguite delle procedure ben precise per una gestione corretta.

Innanzitutto, quando ci si ritrova di fronte a un problema fisico o mentale, non si riesce a svolgere il proprio lavoro correttamente di fronte a influenza, infezioni respiratorie, gastroenterite o anche alcune esacerbazioni di malattie croniche come, ad esempio, il diabete e l’asma.

Talvolta, anche di fronte a lesioni che alterano la capacità di movimento dell’individuo, si preferisce restare a casa a riposo. A volte, anche il troppo stress o la depressione possono influenzare negativamente la propria capacità di lavoro. Se non si sa come fare domanda per mettersi in malattia, ecco qui spiegato l’iter ben preciso da seguire.

I passaggi comuni sono la comunicazione tempestiva al proprio datore di lavoro, che può avvenire via telefono o via email, e poi bisogna rivolgersi al proprio medico curante. In quel caso, si ottiene un certificato che evidenzia l’impossibilità di lavorare e lo stesso viene inviato telematicamente all’INPS dal medico.

Le visite fiscali

Al datore di lavoro servirà solo ed esclusivamente il numero di protocollo in modo da tracciare l’assenza in questione. Durante i giorni di malattia, bisogna prestare attenzione in casa in quanto potrebbe bussare alla porta il medico fiscale per la visita consueta, che può avvenire o di mattina dalle 10 alle 12 o di pomeriggio dalle 17 alle 19, compresi i giorni festivi e lavorativi. Qualora la malattia dovesse prolungarsi, dovranno essere prodotti ulteriori certificati medici che ne attestino il prolungamento.

Qualora un lavoratore non dovesse rispettare tali procedure, l’assenza potrebbe non essere riconosciuta e, in alcuni casi, il datore di lavoro può applicare anche sanzioni disciplinari qualora l’assenza non dovesse essere giustificata. Ovviamente, per evitare tutto ciò, sarebbe opportuno avere tutta la documentazione in regola per ritrovarsi sempre in forma corretta.

Uomo triste sul divano viene consolato dall’infermiera – foto Depositphotos – SiciliaNews24.it

Il Concordato col Fisco

Quello che però è successo nelle ultime ore sembrerebbe spaventare gran parte dei lavoratori. Infatti, stando a quanto riportato da Money.it, chi aderisce all’accordo con il fisco non può ammalarsi. Pertanto, questo patto consente di pagare le imposte per il biennio 2024-2025 con tutte queste novità. Chiaramente, chi accetta il concordato preventivo biennale è vincolato a versare le imposte.

Qualora si volesse cessare il concordato, la prima è la modifica dell’attività e la seconda è la presenza di circostanze eccezionali. Negli eventi eccezionali chiaramente non vengono contemplati casi che riguardano lo stato di salute del professionista o del lavoratore autonomo. Se, ad esempio, una persona subisce un grave infortunio o una malattia importante, le imposte concordate devono essere pagate. Purtroppo, nel decreto non è menzionata la perdita temporanea della capacità lavorativa.

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