
INPS, “ci siamo sbagliati, dovete ridarci i soldi indietro”: chi ha ricevuto la NASPI quest’anno deve ridare la somma intera
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L’Inps sta richiedendo indietro i soldi, bisogna fare massima attenzione.
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un’indennità mensile di disoccupazione destinata ai lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il lavoro. È stata introdotta nel 2015 per sostituire le precedenti forme di sostegno al reddito, con l’obiettivo di offrire un aiuto economico durante il periodo di ricerca di una nuova occupazione.
Possono accedere alla NASpI i lavoratori con almeno tredici settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti la disoccupazione e che abbiano svolto almeno trenta giornate lavorative effettive nei dodici mesi precedenti. Sono esclusi i dipendenti pubblici a tempo indeterminato e i lavoratori autonomi.
La durata della NASpI è pari alla metà delle settimane contributive maturate nei quattro anni precedenti la perdita del lavoro. L’importo dell’indennità varia in base alla retribuzione percepita, con un tetto massimo che viene aggiornato ogni anno. Dopo i primi quattro mesi, l’importo si riduce del 3% ogni mese.
La domanda per ricevere la NASpI va presentata all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, esclusivamente in modalità telematica. Durante il periodo di fruizione, il beneficiario deve restare disponibile per iniziative di reinserimento lavorativo o formazione, altrimenti può perdere il diritto all’indennità.
Quando l’INPS può chiedere indietro la NASpI
La NASpI può essere soggetta a restituzione in determinati casi. L’INPS può richiedere il rimborso degli importi versati se si verificano errori nei pagamenti, se il beneficiario trova un nuovo impiego senza segnalarlo, o se percepisce l’indennità in modo fraudolento. Anche variazioni nella situazione del disoccupato o calcoli errati possono generare accrediti indebiti.
Tra le situazioni più comuni figurano i pagamenti effettuati in assenza dei requisiti o la mancata comunicazione di un nuovo lavoro. Nei casi più gravi, chi ottiene la NASpI con dichiarazioni false può andare incontro a conseguenze legali, oltre che economiche.
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Modalità di rimborso e possibilità di ricorso
Quando viene accertata un’indebita percezione, l’INPS notifica l’importo da restituire e le modalità di rimborso. È possibile richiedere la rateizzazione, ma solo previa valutazione dell’ente. In assenza di pagamento, l’INPS può ricorrere al recupero forzato, anche per via giudiziaria.
Chi ritiene ingiustificata la richiesta di rimborso può presentare ricorso amministrativo entro 90 giorni. Se respinto, resta aperta la via del tribunale, dove il cittadino può far valere le proprie ragioni, anche in caso di prescrizione.
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