Fisco, hai tempo fino a lunedì per saldare | Paga o ti vengono a cercare a casa: molti neanche lo sanno
Controlli fiscali – Fonte Ansa – Sicilianews24
Attenzione alle scadenze non rispettate, perché le multe sono salatissime: e per i furbetti recidivi i provvedimenti vanno sul penale
L’analisi delle dichiarazioni dei redditi del 2023 rivela una situazione preoccupante per le partite IVA italiane, con molte attività che sembrano sentirsi “immuni” ai controlli fiscali, dichiarando redditi fin troppo bassi rispetto alla credibilità. Ad alimentare i sospetti ci sono realtà come le lavanderie, autonoleggi e soprattutto ristoranti.
Non mancano però categorie che sanno invece distinguersi positivamente, come farmacie e studi medici, che mantengono standard elevati di affidabilità fiscale. L’evasione fiscale non riguarda poi solo le attività, ma anche le regioni, con alcune aree come il Molise e la Basilicata che emergono come le peggiori in tema di inaffidabilità fiscale, mentre il Trentino-Alto Adige e il Veneto sono le migliori.
Il nostro sistema fiscale sembra un po’ indietro rispetto alle innovazioni tecnologiche. Moltissime piccole imprese in Italia fanno le loro dichiarazioni fiscali basandosi su stime vecchie anziché sui dati attuali.
Un’idea nuova sarebbe quella di far pagare le tasse alle imprese basandosi su quanto guadagnano e spendono ogni mese, anziché basarsi solo su quello che dichiarano una volta all’anno. Questo renderebbe il sistema fiscale più preciso e chiaro.
Come si scopre una Partita Iva “furbetta”?
Oggi usiamo uno strumento chiamato indici Isa per valutare quanto le imprese siano affidabili dal punto di vista fiscale. Ma questo strumento ha dei problemi perché si basa troppo sulle dichiarazioni vecchie e può sbagliarsi nel valutare la situazione finanziaria delle aziende.
Guardando ai dati più recenti, vediamo che ci sono sempre più aziende considerate poco affidabili dal punto di vista fiscale, ma allo stesso tempo l’evasione dell’IVA sta diminuendo. I dati ci suggeriscono quindi che dovremmo cambiare il sistema per renderlo più adatto alla realtà economica e per far pagare le tasse in modo più equo.
Tasse da pagare – Fonte depositphotos – Sicilianews24
Rischi enormi per chi non paga
Il mancato versamento delle tasse da parte dei titolari di Partita IVA può innescare una serie di conseguenze finanziarie gravissime. Dopo un anno dalla scadenza, l’Agenzia delle Entrate emette gli avvisi bonari, contenenti non solo l’importo originariamente dovuto, ma anche una multa del 10% e interessi che variano tra l’1,25% e l’1,5%.
Se l’avviso bonario viene ignorato, si rischia di incappare nelle temute cartelle esattoriali, con multe aumentate fino al 30% e ulteriori costi di riscossione. Il non adempiere agli obblighi fiscali può quindi portare a un complicato iter che richiede pagamenti dilazionati e comporta sanzioni via via più gravose, fino addirittura ad entrare nel penale.
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