“Agente, ho solo fatto la spesa”: multa da 3000 euro e 5 anni di reclusione | Vietatissimo da oggi, approvato il decreto
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“Agente, ho solo fatto la spesa”: multa da 3000 euro e 5 anni di reclusione | Vietatissimo da oggi, approvato il decreto

Multa – fonte Instagram – sicilianews24.it

Occhio a questo provvedimento, bisogna prestare massima attenzione.

In Italia, esistono multe talmente bizzarre che sembrano uscite da un film comico, ma sono assolutamente reali. Tra le più curiose c’è quella per il clacson: suonarlo senza motivo può costare fino a 168 euro. L’uso è consentito solo in caso di pericolo immediato, eppure molti automobilisti lo ignorano, rischiando sanzioni.

Un’altra multa insolita riguarda la pulizia della propria auto. Lavare il veicolo in strada, soprattutto se l’acqua sporca finisce nella rete fognaria pubblica, può costare dai 105 ai 422 euro. Il motivo? Si tratta di un’infrazione ambientale che potrebbe inquinare. Meglio rivolgersi a un autolavaggio o farlo in un’area privata.

Anche cantare troppo forte in auto può diventare un problema. Se si disturba la quiete pubblica, specialmente di notte o in zone residenziali, si rischia una sanzione per schiamazzi. Non esiste un importo fisso, ma può variare a seconda del regolamento comunale e della gravità della situazione.

Attenzione a chi guida senza maglietta. In alcune città italiane, come Napoli e Firenze, esistono ordinanze che vietano di circolare a torso nudo. La multa? Può arrivare a 500 euro. Un dettaglio che molti turisti scoprono troppo tardi.

L’assegno unico e il rischio di reato

L’assegno unico universale è un sostegno economico destinato alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni, senza limiti di età per i figli con disabilità. Viene erogato dall’INPS sulla base dell’ISEE e deve essere utilizzato per migliorare il benessere dei figli. Tuttavia, in caso di separazione o divorzio, la gestione dell’assegno può creare problemi legali, soprattutto se uno dei genitori lo utilizza per scopi personali anziché per il mantenimento del figlio.

La normativa stabilisce che l’assegno deve essere diviso in parti uguali tra i genitori affidatari. Tuttavia, in alcuni casi, il genitore collocatario riceve l’intero importo. Se il genitore non affidatario percepisce l’assegno ma non lo utilizza per il figlio, può commettere un reato. La Cassazione, con la sentenza n. 24140 del 2023, ha chiarito che questa condotta può configurare appropriazione indebita.

Multe – fonte pexels – sicilianews24.it

Multe e sanzioni

Secondo la Corte, chi si appropria dell’assegno senza destinarlo ai figli viola la sua funzione assistenziale. L’assegno ha natura di integrazione alimentare e non può essere utilizzato per fini personali. Chi lo usa impropriamente può essere denunciato.

Il codice penale prevede sanzioni severe per l’appropriazione indebita: reclusione da due a cinque anni e una multa da 1.000 a 3.000 euro. Le conseguenze, quindi, possono essere molto pesanti per chi sfrutta indebitamente questi fondi destinati ai figli.

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