Sciacca, truffa nei contributi agricoli: contratti anche a deceduti
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Sciacca, truffa nei contributi agricoli: contratti anche a deceduti

I militari della Guardia di Finanza di Sciacca hanno dato esecuzione al decreto con cui il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, dell’importo di circa 240.000 euro, nei confronti dei responsabili di un’azienda zootecnica dell’agrigentino.

La misura cautelare reale trae origine dalle minuziose indagini condotte dal personale della Compagnia della Guardia di Finanza di Sciacca, che ha disvelato l’esistenza di un consolidato modus operandi, adottato dagli indagati, attualmente a piede libero, preposto a gonfiare fraudolentemente gli importi corrisposti a titolo di contributi a fondo perduto dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura con fondi dell’Unione Europea.

La norma agevolatrice prevede infatti che l’entità della sovvenzione spettante a ciascun beneficiario sia calcolata sulla base della disponibilità dei fondi destinati alle attività agricole: consapevoli di ciò, gli indagati hanno reiteratamente truffato l’organismo pagatore dichiarando di condurre superfici di terreno agricolo superiori al reale, mediante la presentazione di falsi contratti di comodato e affitto di terreni, stipulati all’insaputa dei proprietari dei terreni.

Diversi proprietari terrieri, interpellati dagli investigatori delle Fiamme Gialle, hanno disconosciuto le firme apposte sui falsi contratti prodotti ai competenti uffici per poter beneficiare delle erogazioni pubbliche, mentre altri danti causa riportati nei fittizi contratti di comodato e/o affitto dei terreni sono risultati addirittura deceduti da oltre vent’anni ovvero emigrati negli anni ’50 e’60 del secolo scorso in paesi del Nord Europa o in America per non fare più ritorno in Italia.

L’esecuzione del provvedimento giudiziario ha consentito di sottoporre a sequestro denaro e altre disponibilità finanziarie per circa 240.000 euro, ai fini della successiva confisca.

Il provvedimento cautelare eseguito interviene nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

L’attività svolta testimonia la costante attenzione riservata dall’Autorità Giudiziaria e dalla Guardia di Finanza alla tutela del corretto utilizzo delle risorse pubbliche ed alla repressione delle frodi al bilan-cio nazionale ed unionale, lesive del principio di libera concorrenza, anche ricorrendo agli strumenti normativi di aggressione patrimoniale.

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