14mila euro di tasse in meno per tutti coloro che non superano questo reddito: la Meloni ha fatto il suo regalo di Natale
Giorgia Meloni – fonte pexels – sicilianews24.it
Irpef, no tax area, detrazioni e non solo: cosa cambierà il prossimo anno?
L’Irpef, acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è un tributo che grava sui redditi delle persone fisiche residenti in Italia. È stata introdotta in Italia nel 1974 per sostituire il precedente sistema di imposizione sui redditi. Questa tassa progressiva è una delle principali fonti di entrata per lo Stato e serve a finanziare la spesa pubblica, contribuendo a realizzare interventi sociali, economici e infrastrutturali.
Il calcolo dell’Irpef avviene applicando delle aliquote progressive al reddito complessivo di una persona. Le aliquote aumentano all’aumentare del reddito, rendendo l’imposta più equa. Le aliquote sono percentuali che vengono applicate a fasce o scaglioni di reddito. Ad esempio: fino a 15.000 euro: aliquota del 23%; da 15.001 a 28.000 euro: aliquota del 27%; e così via, fino a superare i 75.000 euro.
Ogni residente fiscale in Italia con un reddito superiore a una certa soglia è soggetto al pagamento dell’Irpef. Vi sono tuttavia specifiche categorie esenti o soggette a regimi particolari. Esistono diverse situazioni in cui l’imposta può essere ridotta o non dovuta: redditi di lavoro dipendente con imposta sostitutiva; redditi derivanti da pensioni minime; altre esenzioni previste per specifiche categorie di reddito.
L’Irpef non è solo un obbligo fiscale, ma uno strumento attraverso il quale si realizza una redistribuzione del reddito, contribuendo alla coesione sociale. L’impatto dell’Irpef si manifesta in diversi modi nella vita di tutti i giorni, influenzando le scelte finanziarie delle persone e il loro potere d’acquisto.
Riforma Irpef 2025
Cosa cambia nel Fisco italiano con l’arrivo del 2025? È una domanda che molti cittadini si pongono, sperando in detrazioni più vantaggiose e in un alleggerimento della pressione fiscale, in particolare sull’imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef). Le novità introdotte puntano a semplificare il sistema, rendendolo più equo e mirato.
La riforma Irpef, confermata nella manovra, prevede tre scaglioni di reddito con aliquote progressive: 23% per redditi fino a 28.000 euro, 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro, e 43% per quelli oltre i 50.000 euro. Questo modello, strutturale dal 2025, mira a ridurre il carico fiscale su redditi medio-bassi, stimolando i consumi e il potere d’acquisto. Inoltre, semplificare il sistema dovrebbe contrastare l’evasione fiscale, ampliando la base imponibile grazie alla maggiore emersione dei redditi.
Tasse – fonte pexels – sicilianews24.it
No tax area
La manovra conferma anche la no tax area per pensionati e lavoratori subordinati con redditi fino a 8.500 euro annui. Inoltre, rende strutturale l’impatto in busta paga del taglio al cuneo fiscale. Le detrazioni, però, subiscono una riforma significativa: verranno penalizzati i redditi più alti, mentre sarà introdotto il “quoziente familiare” per favorire famiglie numerose e redditi bassi.
Dal 2025, per redditi tra 75.000 e 100.000 euro, il limite massimo detraibile sarà 14.000 euro, scendendo a 8.000 euro per redditi superiori. Il quoziente familiare, con coefficienti specifici, sosterrà le famiglie con figli o disabili a carico. Le detrazioni sanitarie, invece, resteranno invariate, mantenendo le regole attuali.
L’articolo 14mila euro di tasse in meno per tutti coloro che non superano questo reddito: la Meloni ha fatto il suo regalo di Natale sembra essere il primo su Sicilianews24.it.